Ducato di Savoia: Emanuele Filiberto, il Testa di ferro tra la Francia e le Fiandre

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TORINO – Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa di ferro, visse tra il 1528 e il 1580. Era il figlio terzogenito maschio di Carlo II di Savoia e di Beatrice del Portogallo. Emanuele Filiberto era stato destinato alla carriera ecclesiastica quale figlio cadetto ma, alla morte del fratello Ludovico, in previsione della successione venne indirizzato allo studio delle lettere. E soprattutto alle armi. Il ducato che lascio il padre alla morte nel 1553 era il campo di battaglia delle lotte tra francesi e spagnoli. Infatti proprio in quell’anno il Piemonte venne occupato dalle truppe di Enrico II re di Francia. La situazione militare in Piemonte era ormai molto grave. L’occupazione francese del paese, divenuto nel 1536 una provincia del Regno era dura. Spesso gli abitanti dei luoghi sottoposti al governo ducale, o meglio imperiale, emigravano per porsi sotto la protezione francese.

 

SOTTO I FRANCESI

Lo stesso Emanuele Filiberto fu costretto a riconoscere l’abilità di tale politica, soprattutto in confronto con quella, assai più dura e costosa, del governo imperiale. Alla notizia della morte del padre fu nominato René de Challant luogotenente generale del Ducato e capo del Consiglio ducale. Le armi sabaude ormai tenevano soltanto Vercelli, Asti, Ceva, Fossano, Cuneo, Nizza, Ivrea e la Valle d’Aosta. Questi erano possedimenti isolati o lontani fra loro, la cui difesa dipendeva più dall’impegno e dal valore dei singoli comandanti che dalle truppe imperiali. Per poco, nell’autunno del 1553, cadde Vercelli, occupata sia pure per soli due giorni da un colpo di mano del Brissac. Difesa e soccorsa da Asti, la città venne rioccupata dai Savoia.

NELLE FIANDRE

Emanuele Filiberto, preoccupato per la possibilità che i francesi potessero occupare o invadere la Valle d’Aosta inviò in Piemonte le truppe con l’incarico di assicurare la difesa della valle. Così il viaggio in armi nella città piemontesi e soprattutto a Nizza fu positivo. Vennero ovunque organizzate accuratamente le difese contro i francesi. Nell’Italia settentrionale, il Emanuele Filiberto si rivelò pessimo comandante in campo e crudele saccheggiatore in campagna. Provocando le ire e le ritorsioni dei francesi e la disperazione degli abitanti. Fortuna volle che fosse nominato l’anno seguente viceré di Napoli. Nel 1553 Emanuele Filiberto fu nominato luogotenente generale e comandante supremo dell’esercito imperiale nelle Fiandre. Addio Piemonte per il Testa di Ferro.

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