NUOVI CRITERI PER DIVENTARE UN COMUNE MONTANO? I COMUNI MONTANI E LE NUOVE UNIONI MONTANE
PIEMONTE – Spiegano da UNCEM, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani “Nel corso degli ultimi vent’anni, in diverse occasioni il Ministero degli Affari regionali e delle Autonomie ha avviato possibili revisioni dei criteri di individuazione dei Comuni montani, per una nuova classificazione delle Unioni Montane. Nel frattempo, si sono realizzate nel Paese delle nuove classificazioni dei Comuni, come quella delle Aree interne – in base al grado di perifericità dei Comuni -, dei Comuni marginali, e si è stilato l’elenco dei piccoli Comuni ai sensi della legge 158/2017. Non sono mancati elementi di caoticità nel fare queste classificazioni, che hanno finito per frammentare e dividere gli Enti. Negli ultimi vent’anni, il tentativo di dire cosa è montagna si è scontrato con questioni fisiche, profonde differenze orografiche tra Alpi e Appennini. Che sono molto diversi e specifici”.
QUALI SONO?
“Una nuova classificazione comunque non deve fare riferimento solo a parametri fisici senza unire indicatori sociali ed economici. Anche questo elemento non è comprensibile. Non sia la montanità un “privilegio”. Altimetria è diversa da altitudine. Uncem ritiene non opportuna oggi una nuova classificazione dei Comuni montani. E ritiene poco chiaro l’articolo del disegno di legge che prevede addirittura due elenchi differenti in due commi. Si proceda pertanto con l’attuale classificazione. Occorre nel Paese affrontare il tema relativo all’organizzazione istituzionale dei Comuni montani. I 3500 Comuni montani dal 1971 sino a dieci anni fa sono stati organizzati in Comunità montane, che garantivano allo stesso tempo servizi associati tra Comuni, investimenti e progetti per lo sviluppo socio-economico dei territori, bonifica e protezione del territorio, attraverso fondi statali e regionali che si accompagnavano a competenze affidate alle CM dai Comuni direttamente e dalle Regioni.
