Alpignano: l’omaggio della Città Metropolitana ai partigiani uccisi al Maiolo nel 1945

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ALPIGNANO – Alpignano: l’omaggio della Città Metropolitana ai partigiani uccisi al Maiolo nel 1945.

I MARTIRI DEL MAIOLO AD ALPIGNANO

Sono trascorsi 78 anni da quel 22 marzo 1945, quando dieci giovani di Alpignano furono trucidati dai nazifascisti. Mancava poco alla liberazione e anche il loro sacrificio, come quello di tanti e tante resistenti, contribuì a creare la nostra democrazia Oggi, domenica 26 marzo, la Città metropolitana di Torino e il Comune hanno voluto ricordare i martiri. Un atto sentito e dovuto che ricorda il sacrificio di tanti giovani per la libertà, l’uguaglianza e la democrazia.

LA STORIA

Nel marzo del 1945, un commando partigiano fece un’imboscata contro i nazi-fascisti. Il tutto avviene presso l’Albergo Fiorito ad Alpignano. Quella che doveva essere un’azione per prendere dei prigionieri degenera in uno scontro a fuoco. Muoiono cinque tedeschi. Due sono sottufficiali, due soldati e un sergente maggiore degli Alpini della RSI. La mattina seguente, dai tedeschi in presidio in città, vengono presi alcuni ostaggi che però vengono liberati la sera. In seguito giovedì 22 marzo sono prelevati dal carcere di Bussoleno, dove erano generalmente reclusi, dieci partigiani. Ragazzi catturati in Valsusa e nel Canavese nelle settimane precedenti e già condannati a morte. La rappresaglia è eseguita dal comando tedesco al Maiolo, una borgata di Alpignano, verso Caselette. Uno di loro aveva appena 17 anni. Furono sepolti al cimitero senza cerimonia religiosa, senza intervento di alcuna persona, come ordinato dal comando tedesco.

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