Susa: mostra di Antoine de Lonhy pittore e miniatore francese del Quattrocento

SUSA – A Susa dal 10 luglio una mostra delle opere Antoine de Lonhy artista del Quattrocento europeo. Presso il Museo Diocesano. La identità di questo polivalente artista è stata messa in luce solo in anni relativamente recenti. In precedenza egli era stato indicato con differenti nomi convenzionali: il “Maestro delle Ore di Saluzzo”. Le ricerche menzionate hanno messo in evidenza come la sua formazione pittorica abbia avuto luogo nella Borgogna meridionale attorno al 1440 a contato con i modelli fiamminghi di Jan Van Eyck e di Rogier van der Weyden. Lavorò poi per importanti committenti come Nicolas Rolin, cancelliere di Filippo il Buono duca di Borgogna. Agli inizi della decade successiva, Antoine si trasferì a Tolosa ove realizzò gli affreschi della cappella di Santa Caterina nella chiesa di Notre-Dame de la Dalbade (1454).

AD AVIGLIANA

Durante il suo soggiorno in Linguadoca egli realizzò anche opere in miniatura, segnatamente per l’arcivescovo di Tolosa, Bernard de Rosier; realizzò altresì, su incarico delle autorità comunali, alcune vetrate per la sala grande del palazzo civico (1460) e un’illustrazione per il Livre des Histoires. Nello stesso anno (1460) lo troviamo attivo anche in Catalogna dove realizzò la vetrata per il rosone che orna la facciata della chiesa di Santa María del Mar in Barcellona e la pala d’altare per il monastero agostiniano della “Domus Dei” a Miralles, Castellví de Rosanes. Da un atto notarile del 1462 apprendiamo che Antoine si era trasferito nel ducato di Savoia, ad Avigliana in Valle di Susa, presso Torino, e che cedeva ad un suo fiduciario il credito residuo che vantava per la pala d’altare del monastero agostiniano di Miralles.

LE OPERE

Il catalogo delle opere eseguite da Antoine de Lonhy nel suo lungo periodo di permanenza in Piemonte si è andato arricchendo di nuove attribuzioni: oltre la celebre Trinità (1465-1470) conservata al Museo civico d’arte antica di Torino, le sei piccole tavole con figure di Apostoli (provenienti dalla predella di un ignoto polittico smembrato) acquistate nel 2000 dallo stesso Museo civico, una tavola con Sant’Anna, la Vergine e il Bambino nel Duomo di Torino (sacrestia) ed altre ancora. Si annoverano inoltre diverse opere legate alla valsusina Abbazia di Novalesa ai piedi del Moncenisio.

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