“La legge regionale piemontese ha inciso da subito – prosegue Curcio – perché ad apparecchi spenti gli incassi sono pari a zero; di conseguenza le aziende chiudono e i dipendenti vengono licenziati. Questi dati non sono passibili d’interpretazioni, ma rispecchiano la realtà dei fatti. La legge Regionale n. 9/2016 ha incrementato la disoccupazione, ridotto le entrate erariali e istigato i giocatori a rivolgersi alle offerte di gioco virtuali, magari illegali e in mano alla criminalità organizzata. Insomma un bel servizio all’intera comunità”.
“Ricordo, se ancora ce ne fosse bisogno, che la vera spesa del cittadino è data dal giocato meno le vincite. Ma questa parte dell’informazione continua ad essere omessa, così come si continua a tacere sul bombardamento pubblicitario relativo alle scommesse e ai giochi online, che quasi istigano al gioco d’azzardo, promettendo bonus di ingresso che attirano il pubblico, soprattutto quello minorile”.
Il presidente Sapar è certo che “questa operazione collettiva di distruzione del comparto degli apparecchi da intrattenimento è stata condotta per portare beneficio a qualcuno, per spostare l’attenzione del giocatore verso altre offerte di gioco, soprattutto quelle online, a tutela non dei giocatori potenzialmente patologici, ma a tutela degli introiti economici di alcuni concessionari”.

Raffaele Curcio