CONDOVE – Partigiani in Valsusa: in Borgata Muni di Condove ricordati i georgiani. Era l’aprile del 1945, da li a poche settimane la guerra civile sarebbe finita, arrivavano notizie dell’avanzata americana verso il nord, ma la vita da combattenti in montagna era sempre quella rischiosa del quotidiano. In una piccola frazione sopra l’abitato i Muni poche case in un bel balcone naturale ecco arrivare all’improvviso i tedeschi. Ci fu una sparatoria alla fine della quale il corpo di un ragazzo georgiano era a terra in una pozza di sangue. Un partigiano era stato colpito, un altro era riuscito a fuggire alla morte.
LA STORIA
Sulla morte dei partigiani a Condove in Borgata Muni. La morte del combattente, per i tedeschi un disertore, è stata poi ricordata con un cippo in pietra che ne riporta il nome. Sull’identità del partigiano da pochi la studiosa Anna Roberti, presidentessa dell’Associazione culturale Russkij Mir di Torino, ha avanzato alcuni dubbi; ma tant’è l’importanza dell’avvenimento non cambia. Sabato 17 ottobre una delegazione dell’ANPI di Condove-Caprie si è recata sul posto per una breve cerimonia.
I RUSSI TRA I PARTIGIANI
Durante la guerra in Italia furono molti gli stranieri che combatterono e morirono. Il caso più numeroso, più noto e studiato è quello dei partigiani sovietici. Nel primo libro scritto sull’argomento, Mauro Galleni ricavò dai ruolini militari la cifra di 4981 combattenti e 425 caduti. Quattro di loro sono insigniti di medaglia d’oro al valor militare. Dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica, ulteriori studi hanno indagato più nel dettaglio la partecipazione alla resistenza italiana di ucraini. Anche georgiani, azeri e ancora armeni. Quindi lettoni, kazaki, bielorussi e daghestani. A Condove c’è anche una via, e un monumenti dedicato a questi combattenti partigiani nel parco del Gravio.