Guido Adaglio: l’arte nella natura “Gli alberi, il legno, le storie silenziose che racconta”

ARTE – Guido Adaglio: l’arte nella natura “Gli alberi, il legno, le storie silenziose che racconta”.

GUIDO ADAGLIO: AMO LA NATURA, A MODO MIO

Guido Adaglio c’è, c’è la sua arte i materie diverse. Adaglio passa dalla pittura alla materia ed arriva adesso alla composizione scultorea. Indubbia capacità, forza espressiva a mani basse adesso l’artista si confronta con la natura e spiega. “La amo quando è docile, quando è facile amarla. Ma se c’è da fare qualche sforzo, o meglio se c’è da cambiare, o ancora se devo ridimensionarmi. Sto con lei, certo, ma è lei che deve piegarsi al mio volere. Non viceversa. Dopotutto, questo è il tempo in cui si picchia la compagna perché la si ama troppo. Il titolo non è casuale, la parola amore non è casuale. Come non lo è l’aggettivo determinativo possessivo mio. Amore e forzature vivono insieme in queste opere, si intrecciano come le fibre del legno.

C’è una natura che è madre di vita e ci sta lanciando un grido di sopravvivenza che noi ascoltiamo, ma poi non mettiamo in pratica. Perché è scomodo. Perché in bici ci vado se non piove. Perché la luce la spengo, ma non sempre. Perché i prodotti Bio li prendo, se sono in offerta. E la differenziata la faccio, ma che fatica dividere tutto. Ecco, amare a modo nostro è semplicemente, umanamente, questo. Sussurrare parole dolci mentre stiamo apparecchiando un futuro amaro.

In queste opere io regalo nuova vita a ciò che non è più vitale. Creando una struttura che non gli appartiene e inserendo corpi estranei, restituisco un elemento naturale che non è più tale. È modificato a mio piacimento, proprio come il mio amore per lei. Che poi io la amo davvero la natura. Gli alberi, il legno, le storie silenziose che racconta. La mia ricerca parte dalla scelta del fusto – o di quel che ne rimane – da cui raccogliere messaggi e pulsioni intime che comunicano la forza naturale di antiche saggezze. Seguire intrecci clorofilliani, studiare i nodi, ascoltare ciò che anelli di stagioni sanno raccontare, accarezzare la superficie calda, sentire il profumo che l’essenza legnosa regala è solo l’inizio. Poi scomporre e ricomporre, per dare nuova vita a quello che era solo un tronco morto. Ce la faccio? Forse. Restituisco una nuova lettura? Lo spero. Ma intanto questi pezzi di legno, natura non lo saranno più. Così come i nostri goffi sforzi d’amore, nel provare a ridare vita a un pianeta che di vita ne ha sempre meno”.

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