CHIOMONTE – Si è svolta oggi la tradizionale a chiomonte festa del Santo Patrono San Sebastiano. L’antica tradizione in memoria del Santo martire, morto flagellato per mano di Diocleziano ha origini lontanissime. La tradizione si pensa possa essere nata come manifestazione di ringraziamento a seguito della rovinosa peste del 1630: fu proprio in quegli anni che i chiomontini adottarono San Sebastiano come patrono, in quanto riconosciuto valido protettore contro il terribile morbo.
Il POUENTO AL SUONO DELLA FANFARA ANA VALSUSA
L’attuale “pouento”, che secondo questa ipotesi sarebbe dunque l’evoluzione del “chirintel” , è formata da un’intelaiatura, un tempo di legno ora in metallo, su cui sono fissati verticalmente nastri di seta variopinti , i “riban”, appartenenti a tutte le famiglie chiomontine e altri nastri più piccoli, che pendono, appartenenti alle priore ed ai priori; al centro vi è una fascia orizzontale con lo stemma di Chiomonte e la scritta ” Viva San Sebastiano”; alla sommità vi è un mazzo di fiori finti rossi, a ricordo del martirio del santo; alla base vi sono quattro bracci che consentono di alzarla e farla “ballare”.
LE MASCHERE
Le maschere demoniache rappresentano il lato oscuro della cultura contadina. Esse segnano la ritualità del passaggio delle stagioni, sprigionano il dualismo della nascita e la morte. Poi la luce il buio, del bello e del brutto, buono e cattivo e poi del vecchio e del giovane. I cortei, i gesti, le danze fanno parte di un grande affresco cerimoniale che abbraccia il calendario contadino. Dalla Festa di Ognissanti al Carnevale, passando per l’Avvento e il Capodanno. Il carnevale di montagna è un evento ricco di rappresentazioni e implicazioni simboliche. Coralità, tradizione, è rito! È spirito di montagna, d’inverno.
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