Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta: i due eroi della battaglia

Battaglia assietta festa del Piemonte

di MAURO MINOLA

COLLE DELL’ASSIETTA- In occasione della Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta, mi sembra doveroso ricordare i due principali protagonisti della storica battaglia che si combatté il 19 luglio del 1747. Il conte Paolo Federico Novarina di San Sebastiano e il suo avversario francese Louis Armand Fouquet, cavaliere di Belle-Isle. Il primo fra i vincitori, assieme al comandante delle truppe austro-sarde schierate all’Assietta, Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio. Il secondo, uscito sconfitto nonostante il suo coraggio e anche sfortunato, perché terminò la sua vita proprio nel corso dello scontro.

Paolo Federico Novarina di San Sebastiano

IL COMANDANTE PIEMONTESE

Paolo Federico Novarina era nato a Torino il 25 gennaio del 1710, nel palazzo vittoniano di via Santa Chiara 8 che apparteneva al padre Francesco Ignazio, conte di San Sebastiano. Era figlio primogenito della contessa Anna Carlotta Canalis di Cumiana. Donna celebre nella storia sabauda, anche perché, rimasta vedova del primo marito nel 1724, sposò con le nozze morganatiche il re di Sardegna Vittorio Amedeo II assumendo il titolo di marchesa di Spigno.
Nel corso della Guerra di Successione il conte Paolo Novarina si distinse all’assedio di Valenza del 1745, come comandante di una compagnia del reggimento Guardie.
Nell’aprile del 1747 comandava il primo battaglione del reggimento Guardie, con il quale dimostrò tutto il suo coraggio nell’ostinata difesa della Ridotta della Butta alla Testa dell’Assietta. “In faccia al nemico non si volgono le spalle”, avrebbe esclamato di fronte all’ordine del generale Bricherasio di iniziare a ritirarsi verso il Gran Serin.

Carlo emanuele

FRATELLASTRO DEL RE?

Questo gesto del conte di San Sebastiano sarebbe stato, secondo la tradizione alimentata dal De Amicis nel suo libro Alle Porte d’Italia, decisivo per la vittoria delle truppe sabaude. Ora si sa che l’insubordinazione del conte Novarina è il frutto di una leggenda, nata negli ambienti di corte. Si sussurrava che egli fosse in realtà un figlio illegittimo avuto da Vittorio Amedeo, cioè il fratellastro del regnante Carlo Emanuele. Da qui le voci sull’intenzione del sovrano di nascondere il più possibile il ruolo del vero vincitore dell’Assietta.
La realtà è però ben diversa: con argomentazioni basate sulle relazioni ufficiali redatte alla fine della battaglia, e in particolare sulla puntuale relazione del conte Priocca. La moderna critica storica ha demolito la versione leggendaria del rifiuto. Si sa per certo che il Bricherasio con il generale Alciati invitò il San Sebastiano ad allontanarsi rapidamente dalla Butta, qualora la situazione fosse precipitata. Il San Sebastiano però, ancora bloccato dai francesi, avrebbe giustamente ritenuto più difficile ritirarsi che rimanere sul posto e avrebbe pertanto deciso di ignorare il consiglio dell’Alciati.

UN ORDINE

Un ordine che soltanto pochi minuti dopo non era più il caso di eseguire, perché gli ultimi attacchi andavano progressivamente affievolendosi. Anche la presunta ingratitudine di Carlo Emanuele nei confronti del suo ufficiale è da ritenersi pura fantasia: il re non si dimostrò affatto ingrato nei confronti del coraggioso difensore della Butta. Il 28 luglio 1747 gli concesse una ricompensa – la Croce dell’Ordine di San Maurizio e una pensione – appena inferiore a quelle concesse al Bricherasio e al generale Alciati. E la sua carriera militare andò avanti senza intoppi.

FU NOMINATO COLONNELLO

Dopo la battaglia fu nominato colonnello del reggimento provinciale Aosta, quindi nel 1761 divenne brigadiere generale dello stesso reggimento. Secondo lo Stato di anzianità degli Ufficiali di Fanteria nelle Truppe di S. M. nell’affaire dell’Assietta «contribuì molto per le sue prudenti disposizioni col suo coraggio e colla sua bravura ai felici successi di quella giornata».
Morì a Torino nel suo palazzo di via Santa Chiara il 12 dicembre 1765, celibe e senza figli. Fu sepolto due giorni dopo nella cripta sotterranea del duomo di San Giovanni. Della sua tomba non vi è ora più traccia, perché il sepolcreto fu rimosso nel corso dell’Ottocento e i resti furono deposti, al pari di tutti gli altri, nell’Ossario del nuovo cimitero generale di Torino. Questo è il primo protagonista della battaglia ricordata alla Festa del Piemonte.

Louis Armand Fouquet, cavaliere di Belle-Isle

LOUIS ARMAND FOUQUET, CAVALIERE DI BELLE-ISLE

Veniamo al secondo protagonista della battaglia ricordata alla Festa del Piemonte. Davanti alla ridotta dell’Assietta c’era Louis Armand Fouquet, cavaliere di Belle-Isle, fratello del più celebre Carlo duca di Bellisle e nipote del famoso ministro delle Finanze del Re Sole. Era nato il 19 settembre 1693 ed aveva intrapreso una rapida carriera militare, combattendo nelle principali guerre del suo tempo. Aveva raggiunto ben presto i gradi di maresciallo di campo e di luogotenente generale. A fianco del fratello nella guerra di Successione austriaca, nel giugno del 1747 fu incaricato del comando dell’armata che avrebbe effettuato la diversione sul Forte di Exilles, penetrando nell’alta Valle della Dora.

Exilles Forte

COMANDANTE AD EXILLES

La battaglia dell’Assietta, pur condotta con coraggio e fermezza, fin da subito non riuscì ad ottenere risultati. il Belle-Isle, non sembrandogli abbastanza vigorosi gli sforzi dei suoi soldati, scese da cavallo e corse a piedi ai trinceramenti sabaudi: qui raccolse gli sbandati e spronò i soldati all’assalto della ridotta. Raccolse da un alfiere ferito una bandiera con i gigli di Francia e impugnandola, si gettò innanzi sul pendio: raggiunto il saliente che sporgeva sulla Val Dora, riuscì a piantare il vessillo sopra una piccola breccia che gli zappatori avevano incominciato ad aprire presso il rientrante della tenaglia.

Lo sentirono urlare: «Le voilà dans la terre du Roy!». In quello stesso momento un fuciliere delle Guardie lo colpì con una baionettata al braccio, presto seguita da una palla di fucile al petto. Il cavaliere non si spostò, finché un secondo colpo di fucile, sparato da un altro fuciliere, colpendolo in pieno viso lo annientò a terra. Morto da eroe. Si seppe in seguito che furono due umili soldati del battaglione Guardie, Giobatta Ellena di Chiusa Pesio e Giovan Domenico Adami di Cervere a spezzare il sogno del generale francese.
All’indomani della tragica battaglia la salma del comandante, confusa nella folla dei caduti, fu ritrovata presso il rientrante della Ridotta della Butta. Fu accompagnata a Sauze d’Oulx da una scorta d’onore fornita dal Bricherasio. Il 21 luglio, alla presenza del de Villemur, dei generali Dandelau e de Mailly e di altri ufficiali superiori, il corpo del Belle-Isle fu provvisoriamente tumulato nel presbiterio nella chiesa parrocchiale, «sotto la balaustra dell’altare maggiore, quale luogo più distinto».

Assietta monumento

MORTO IN BATTAGLIA

Alla fine della guerra la famiglia del Belle-Isle richiese che la salma del congiunto fosse traslata in patria: il 24 settembre 1750 nella chiesa parrocchiale di Sauze d’Oulx si procedette all’apertura della tomba e all’esumazione di ciò che restava della salma. La cassa fu trasportata ad Embrun e il 30 settembre 1750 fu collocata nella cripta del coro della cattedrale, dal lato del trono episcopale, dove tuttora ancora si trova. Dal 1997, anniversario del 250° della battaglia, una stele obelisco ricorda il sacrificio del cavaliere di Belle-Isle. Nel punto in cui egli cadde mortalmente ferito di fronte alla Testa dell’Assietta. Ecco i due protagonisti della battaglia ricordata alla Festa del Piemonte.