Edilizia popolare in Piemonte, prosegue il dibattito

TORINO – Edilizia popolare in Piemonte, prosegue il dibattito.

EDILIZIA POPOLARE IN PIEMONTE, PROSEGUE IL DIBATTITO

Prosegue in Consiglio regionale la discussione sul Disegno di legge sull’edilizia popolare, presentato dall’assessore Chiara Caucino. Per arrivare più in fretta alla sua approvazione i tempi della discussione in aula sono stati contingentati. Finora, su un testo di legge che conta 6 articoli, sono stati presentati 193 emendamenti, prevalentemente firmati dai Gruppi di opposizione. I principali nodi del provvedimento sono due: il primo è legato agli anni di residenza in Piemonte (15, 20 o 25 anni) richiesti per poter accedere alle graduatorie per l’assegnazione della casa popolare, il secondo ad una quota di alloggi popolari che sarebbero riservati alle forze dell’ordine. L’assessore Caucino ha spiegato che “gli alloggi destinati alle forze dell’ordine all’interno degli immobili di edilizia sociale daranno una maggiore sicurezza a tutti gli inquilini”.

GLI EMENDAMENTI

Su questi argomenti, in particolare, i gruppi di opposizione hanno presentato diversi emendamenti sostenendo che “la casa è un diritto per tutti e questa legge ha una funzione ideologica pre-elettorale. Così si innesca soltanto una guerra tra poveri e non si dà la casa a chi invece si trova in una reale situazione di bisogno, sia per motivi economici, sia per altre difficoltà. Non ha senso scegliere in base agli anni di residenza in Piemonte, è penalizzante per tutti: per gli italiani e per gli stranieri”. “Inoltre – hanno proseguito i consiglieri di minoranza – assegnare gli appartamenti alle forze dell’ordine di fatto li toglie dalla disponibilità per le assegnazioni ordinarie”. Sono intervenuti in senso contrario al disegno di legge i consiglieri: Diego Sarno, Domenico Rossi, Maurizio Marello e Alberto Avetta (Pd), Ivano Martinetti (M5S), Francesca Frediani (M4o-Up), Giorgio Bertola (Europa verde), Silvana Accossato (Luv). Invece il presidente del gruppo della Lega, Alberto Preioni, ha sostenuto sin dall’inizio della discussione in Aula la bontà del provvedimento: “con questa legge vengono rivisti i punteggi: chi ha dato di più al Piemonte, chi ha lavorato di più qui, ha più diritto alla casa popolare. Oggi oltre il 60% degli alloggi vengono assegnati agli immigrati, anche se sono solo il 9% della popolazione. Dobbiamo fermare i furbetti che poi hanno beni mobili di lusso o un’altra casa in Italia e all’estero. Sono norme di buon senso”.

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