Cose buone: il liquore di Arquebuse, dall’origine francese, prodotto anticamente dai Monaci

tanacetum

CESANA TORINESE – Cose buone. Utilizzare le piante spontanee non ĆØ solamente un hobby o una moda. E’ una branca della scienza che si occupa dellā€™alimentazione tramite le piante spontanee e viene indicata con la voce ā€œfitoalimurgiaā€. E’ stata proposta nel 1767 dal professor Ottaviano Targioni Torretti. Fu durante la prima guerra mondiale che Oreste Mattirolo scrisse il libro di fitoalimurgia, rivolto al problema della scarsitĆ  di cibo durante il conflitto bellico. Nellā€™opinione pubblica ĆØ radicato lo stereotipo del raccoglitore di erbe quale condizionamento culturale tramandato nel tempo. Quando vi era penuria di cibo. Al contrario, nutrirsi con le piante spontanee potrebbe essere unā€™alternativa allā€™agricoltura biologica e a quella biodinamica ed anche una risposta allā€™utilizzo degli OGM. Il Piemonte ĆØ tra le regioni piĆ¹ ricche di specie vegetali. Grazie alla conformazione del loro territorio, che spazia dalla pianura allā€™alta montagna, offrono al raccoglitore unā€™infinitĆ  di piante alimentari.

(foto bellepiante.it)

L’ARQUEBUSE

Questo liquore puĆ² essere denominato indifferentemente Alpestre o Arquebuse, con l’unica differenza che la prima parola ĆØ usata solo in ambito piemontese, mentre la seconda ĆØ usata sia in Piemonte, sia in Francia. L’origine del prodotto ĆØ indubbiamente francese, piĆ¹ precisamente dell’area Lionese-Rhone Alpes, e risale almeno alla fine del ‘700. Probabilmente il prodotto ĆØ nato in ambito monastico.

COME DIGESTIVO

Il liquore di Arquebuse ĆØ un ottimo digestivo, ottenuto dalla macerazione di foglie di arquebuse in alcol etilico, che verrĆ  poi mescolato con uno sciroppo di acqua e zucchero. Il vero nome dellā€™arquebuse ĆØ tanaceto e deriva dal greco antico “athanatos”, che significa “immortale”, poichĆ© ĆØ una pianta forte e molto resistente, dalle foglie di un bel verde brillante e molto frastagliate, il suo profumo ĆØ intenso ed ĆØ conosciuto per le sue proprietĆ  aromatiche, stomatiche e digestive.

LA RICETTA

Lavare le foglie di arquebuse, asciugarle e tagliarle a pezzi, quindi metterle a macerare nellā€™alcol per 7 giorni, in un contenitore di vetro ben chiuso. Trascorsa la settimana far sciogliere lo zucchero nellā€™acqua e lasciar sobbollire non piĆ¹ di due minuti e lasciar raffreddare. Versare lo sciroppo freddo sulle foglie e lā€™alcol, mescolare e far riposare un paio di ore. Trasferire il liquore di arquebuse prima in una ciotola attraverso uno scolapasta, per trattenere le foglie, poi in un altro contenitore filtrando il liquido attraverso un canovaccio pulito o una garza, in modo da trattenere le particelle piĆ¹ fini. Finalmente il liquore di arquebuse si puĆ² imbottigliare. Eā€™ preferibile lasciarlo riposare un paio di mesi per gustarlo al meglio.

INGREDIENTI

1 l di alcol etilico,
30 g di foglie di arquebuse (10 circa)
500 ml di acqua,
400 g di zucchero semolato.

Maggiori informazioni suĀ Andar per erbe, Valerio Saffo e Erica Pittoni, Editrice Il Punto-Piemonte in bancarella.

 

andar per erbe

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?

Iscriviti alla nostra pagina FacebookĀ Lā€™Agenda News: clicca ā€œMi Piaceā€ e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti piĆ¹ nemmeno unaĀ notizia! Segui e metti mi piace al canale YouTubeĀ Lā€™Agenda.