Bussoleno: polemica sul taglio degli scuolabus. Zoggia “Deve pagare il comune”

BUSSOLENO – Bussoleno: polemica sul taglio degli scuolabus. Zoggia “Deve pagare il comune” (Comunicato Obiettivo Bussoleno).

NO AL TAGLIO DEGLI SCUOLABUS A BUSSOLENO

Si sono appena spente le polemiche sulla festa patronale e ricordiamo ancora bene lo spostamento dell’attenzione sul rischio di esondazione dei nostri rii ed il sempre incombente pericolo di incendi, che già si affaccia all’orizzonte un nuovo problema che vede interessata la maggioranza che amministra il nostro paese: la soppressione di gran parte del trasporto alunni, a fronte della quale abbiamo presentato una interpellanza, prima firmataria Agus, con la quale chiediamo spiegazioni alla maggioranza tutta, spiegazioni che, ci auguriamo, ci verranno date nel corso del prossimo Consiglio Comunale. Nel frattempo, però, leggo sui giornali locali la presa di posizione di dieci genitori che, con una lettera a mio giudizio molto ben argomentata, spiegano le loro motivazioni”.

C’È L’OBBLIGO DEL SERVIZIO

“Premesso che la legge prevede l’obbligatorietà del trasporto così espressa: “i soggetti istituzionali preposti (….Comuni) assicurano servizi di trasporto scolastico per gli alunni degli istituti scolastici di ogni ordine e grado anche con la partecipazione economica degli utenti”; molti Comuni, asseriscono i genitori, si sono trovati ad affrontare la questione e, in modi variegati, diversi e comunque tutti a parer mio condivisibili se calzati sulla realtà territoriale, (ricordo ad esempio che il servizio trasporto alunni a fine anni 90 era già svolto dal Comune stesso con dipendente proprio), lo hanno comunque risolto non penalizzando quello che viene considerato, a tutti gli effetti, un sostegno al diritto allo studio di alunne ed alunni. Date per assodate le asserzioni dei genitori, voglio invece soffermarmi su come la questione trasporto alunni sia stata affrontata dalla maggioranza. Inizierei con il fattore tempo. Salvo condizioni di emergenza non è certamente una sorpresa che con una cadenza fissa un amministratore si trovi ad affrontare la criticità del trasporto alunni”.

IL COMUNE IN RITARDO

“Forse se la questione fosse stata fronteggiata a tempo debito, con un arco temporale sufficientemente lungo per una valutazione più completa ed approfondita e, vorrei dire, nell’ottica del mantenimento del servizio, non si sarebbe arrivati a questa situazione. Continuerei con la questione, portata dagli amministratori a loro discolpa, dell’obbligo di bloccare la spesa agli stessi importi del 2019, la cosiddetta “invarianza finanziaria”: Per fare questa valutazione, mi avvalgo di una sentenza della Corte dei Conti in cui viene affermato: “omissis….tali disposizioni normative non precludono la “spesa nuova” solo perché non precedentemente sostenuta o di importo superiore alla precedente ma devono avere copertura finanziaria nel Bilancio dell’Ente” e cioè a dire il Comune può, se c’è la volontà, decidere di finanziare l’aumento di costo con fondi propri, purché siano mantenuti gli equilibri di Bilancio, piuttosto che scegliere di abolire il servizio”.

TROVARE I FONDI IN BILANCIO

“Fin troppo facile imputare agli amministratori che si occupano di trasporto alunni la negligenza di non aver saputo, come avrebbe fatto un buon padre di famiglia, “accantonare” a Bilancio i fondi necessari, avendo la volontà e la capacità, spesso non presente in chi amministra, di reperire  il denaro necessario, come ho avuto modo di dire più volte, evitando di pesare sempre sui cittadini ma espletando tutte le attività di recupero possibili. E, buon ultima, vorrei fare una riflessione sul fatto che una firmataria della lettera di protesta sia, oltre che una mamma, un ex Assessore ed ora Consigliere della maggioranza che amministra Bussoleno. Ci troviamo nuovamente di fronte, con figure diverse e per la seconda volta in pochi giorni, al “fuoco amico” sulla Giunta, alla condizione in cui chi critica è anche il criticato! Qualcosa stride! Ritengo che se, come appare evidente, non si condividono queste come altre decisioni della maggioranza di cui si fa parte, sia buona regola istituzionale e di rispetto nei confronti degli elettori, ricorrere alle dimissioni, lasciando così spazio a chi, nel bene o come in questo caso nel male, quelle decisioni condivide“.

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