Come andrà la Borsa oggi? Europa, dollaro e Cina

Borsa Oops Tech termometro

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MILANO – Come andrà la Borsa di oggi?

BORSA OGGI

BORSA ITALIANA (Milano)

BORSA AMERICA NORD (NYSE)

BORSA SVIZZERA (SIXì)

EUROPA, DOLLARO E CINA

I mercati azionari europei potrebbero muoversi in un range volatile leggermente positivo, i futures europei nella sessione notturna hanno registrato un leggero rialzo anche se è molto probabile che oggi sia ancora una sessione incerta e volatile: le prospettive economiche in deterioramento continuo, il tumulto dei mercati dei fixe income e delle valute invitano alla massima prudenza. Gli indici azionari hanno esteso la loro negatività anche alla giornata di ieri dove il Dow Jones è tecnicamente entrato in Bear Market riflettendo le preoccupazioni degli investitori sul ritmo di crescita globale e sulle azioni delle Banche Centrali. Dalla scorsa settimana la volatilità ha messo a dura prova tutti i mercati: azioni, valute e materie prime.

Le condizioni finanziarie si stanno restringendo con estrema rapidità: che si tratti di forza del dollaro, degli spread creditizi o dei titoli azionari. Il vero problema è l’esaurimento della liquidità che viaggia a ritmi molto elevati. Il dollaro si è leggermente indebolito nella sessione asiatica, anche se un ulteriore aumento della volatilità dei mercati finanziari potrebbe portare a una maggiore forza del dollaro USA grazie al suo status di bene rifugio. L’attuale scenario, dove si prevede un ulteriore impennata del dollaro nel medio periodo, sta preoccupando gli analisti in vista degli utili societari; storicamente performance simili della valuta americana hanno portato a qualche tipo di crisi finanziaria o economica.

Il movimento recente ed atteso del dollaro americano crea una situazione insostenibile per gli asset di rischio, da un punto di vista meramente storico e statistico ci sono le condizioni perché si termini con una enorme crisi economico/finanziaria… che se andiamo a ben vedere potrebbe contribuire ad accelerare la fine di questo mercato orso. Ovviamente parliamo di medio periodo in uno scenario già gravemente compromesso. Lato UK si preannunciano giorni caldi: è previsto un intervento della BoE per «calmare» le turbolenze sulla sterlina; il governatore della BOE Andrew Bailey ha affermato che la banca valuterà appieno l’impatto della dichiarazione di bilancio sulla domanda e sull’inflazione nel corso della prossima riunione di policy-making.

Nel frattempo, la Banca mondiale ha previsto che l’economia cinese crescerà del 2,8% quest’anno da un aumento dell’8,1% nel 2021, zavorrata dai continui lockdown e dal crollo del mercato immobiliare. Quanto ai dati di ultima pubblicazione, gli utili del settore industriale cinese sono scesi del 2,1% anno su anno nel periodo gennaio-agosto, dopo un calo dell’1,1% nel periodo precedente dal momento che le misure prese contro la pandemia da Covid e le ondate di caldo hanno frenato l’attività delle fabbriche.

Cosa sta succedendo ad Est? Dopo essersi mossa lunedì sui cambi per cercare di rafforzare lo yuan, oggi, martedì, la People’s Bank of China ha effettuato la maggiore iniezione di liquidità nel sistema finanziario dallo scorso 28 febbraio. La Banca centrale ha immesso un totale di 175 miliardi di yuan (24,46 miliardi di euro) inclusi 113 miliardi di yuan di pronti contro termine a 7 giorni e altri 62 miliardi con strumenti a 14 giorni. La PboC ha aggiunto che la mossa mira a mantenere stabile il livello di liquidità a fine trimestre. La Banca centrale cinese si è mossa sul fronte della liquidità oggi, mentre ieri è intervenuta a rafforzare lo yuan, senza però grandi risultati a breve. Infatti il dollaro scende appena dello 0,13% martedì a 7,163 dopo aver toccato nella sessione precedente i massimi contro lo yuan (7,1666), un livello visto durante il culmine della crisi pandemica da Covid nel 2020 e nel 2008, con lo scoppio della crisi finanziaria mondiale.

Uno yuan debole aiuta l’esportazione, ma se resta debole per lungo tempo contro il dollaro il rischio è che gli investimenti esteri in Cina escano dal Paese per spostarsi negli Usa, dal momento che perdono strutturalmente di valore e non sono quindi più considerati profittevoli. (Centro Studi OOPS Tech)

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