Bisogna togliere le croci delle vette delle montagne? Una forma preziosa di arte e di spiritualità

Croce montagna

Bisogna togliere le croci delle vette delle montagne? Una forma preziosa di arte e di spiritualità.

SULLE CROCI DI VETTA DELLE MONTAGNE

In questo periodo infuria la polemica tra chi vorrebbe rimuovere le croci in vetta che contraddistinguono innumerevoli cime e chi intende invece conservarle al loro posto, nei luoghi dove s’innalzano rassicuranti da secoli, testimoni silenziose e dignitose della fede popolare …” questo è quanto fa giustamente notare la giornalista Edi Morini. Molti, me compreso, siamo rimasti scossi dalla polemica sulle croci poste in vetta alle montagne o in luoghi ove è caduto un alpinista, perché ognuno è libero di trovare il proprio rapporto con Dio in una condizione più intima, ma le croci certamente non disturbano. Se c’è un provvedimento da prendere è quello di ripristinare e curare le croci in vetta e qualsiasi altra espressione di fede: edicole sacre, statue, madonnine, che rappresentano una forma preziosa di arte e di spiritualità, che meritano cura, tutela e rispetto.

Anche lo scrittore accademico del GISM Franco Boscolo di Bolzano si unisce al nostro pensiero. Meno male che diverse testate a firme diverse rimarcano il fatto che il Club Alpino Italiano non ha nessuna intenzione di togliere le croci dalle vette delle montagne. Il presidente generale del Cai, Antonio Montani, chiarisce la posizione e prova a chiudere il caso che ha suscitato una serie di reazioni, compresa quella della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Il Presidente Generale del CAI aggiunge: “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato pertanto è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro e di un articolo apparso su “Lo Scarpone”, il portale del CAI, firmato da Pietro Lacasella (antropologo e scrittore) dal titolo “Croci di vetta: sbagliato rimuoverle, anacronistico istallarne di nuove”.

IL PENSIERO DEL CAI

Concludo con un mio personale pensiero aggiuntivo: “Il presidente generale del CAI fa giustamente notare come vi siano croci che han fatto la storia dell’alpinismo come quella del Cervino posta sulla vetta tradizionale a cavallo tra la cima svizzera e quella Italiana. Quindi secondo me al massimo si può affrontare il discorso delle croci alte molti metri se stonano col paesaggio o se identificano invece meglio da lontano una punta che si vuole raggiungere. Una croce di normali dimensioni, un ometto o qualunque segno non offenda il paesaggio, in molti casi hanno salvato la vita a diversi alpinisti che colti dal mal tempo e/o dalla nebbia hanno trovato l’orientamento e la sicurezza di essere arrivati in vetta grazie a una croce o altro segno posti sulla cima”.

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?

Iscriviti alla nostra pagina Facebook L’Agenda News: clicca “Mi Piace” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia! Segui e metti mi piace al canale YouTube L’Agenda News.