Vaie: il Giorno della Memoria con i bambini della Scuola Primaria

VAIE – A Vaie il Giorno della Memoria con i bambini delle scuole. Giornata della Memoria con gli alunni della Scuola Primaria che hanno commemorato le vittime dello sterminio nazista. Grazie alle insegnanti che fanno memoria per insegnare a diventare adulti che fanno le scelte giuste.

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QUEL GIORNO

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata arrivarono per prime presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz e liberandone i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista. Ad Auschwitz, circa dieci giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa. L’apertura dei cancelli di Auschwitz mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista. La data del 27 gennaio in ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico è indicata quale data ufficiale agli Stati membri dell’ONU.

IN ITALIA

L’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nello stesso giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite: essa ricorda le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista. Prima di arrivare a definire il disegno di legge, si era a lungo discusso su quale dovesse essere considerata la data simbolica di riferimento: si trattava di decidere su quali eventi fondare la riflessione pubblica sulla memoria. Fino al 1º gennaio 2019, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme, riconosceva 27.362 persone come “Giusti tra le Nazioni”, cioè non ebrei che durante l’Olocausto si sono impegnati, a rischio della vita e senza nessun interesse economico, a soccorrere gli ebrei perseguitati.

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