UNCEM: il Piano urbano integrato Torino e il centralismo grandi comuni

TORINO – Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Roberto Colombero, Presidente regionale Uncem. “Che sui ‘Piani urbani integrati’ a valere sul PNRR le grandi città puntassero a prendere tutto, Uncem lo aveva denunciato a metà di dicembre. E così, la traiettoria di Torino e della prima cintura, presa nelle ultime ore, dimostrano che avevamo ragione. Perché dei 233 milioni di euro messi a disposizione dal Piano di Ripresa e Resilienza, Torino ne aveva opzionati 100. Il resto per gli altri Comuni, messi in competizione a cercare di accedere al resto della torta, con inevitabili conflitti e scontri. Così è oggi chiarissimo, e lo apprendiamo dal progetto ‘Tra urbano e periurbano: rafforzamento della dimensione sociale, culturale ed educativa dei centri di connessione tra la Città di Torino e l’Area Vasta Metropolitana’ con dentro i Comuni di Alpignano, Beinasco, Borgaro Torinese, Chieri, Chivasso, Ciriè; Collegno, Druento, Gassino Torinese, Grugliasco, Leinì, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, Rosta, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Venaria Reale, Vinovo”.

I COMUNI

“Insieme puntano a 120 milioni di euro. E gli altri Comuni? Anche i territori rurali e montani devono avere accesso alle risorse e Uncem auspica che il Sindaco Lo Russo con il Vicesindaco Suppo sappiano imporre regole e pieno coinvolgimento dei piccoli Comuni. I Piani integrati non possono tagliare fuori 800mila abitanti e 180 Comuni della Città Metropolitana. Di certo, il segnale politico dato dalle aree urbane, compresa Torino, non è positivo e non va nella logica di coesione che vorremmo. Un chiarimento politico-istituzionale sulle direzioni che Torino e la Città metropolitana vogliono prendere, è urgente e imprescindibile“.

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