S.AMBROGIO – Il 18 maggio presso la Sacra di San Michele si è tenuto un convegno organizzato da Dai Impresa con la collaborazione del Comune di Sant’Ambrogio, dei Volontari della Sacra e dei Padri Rosminiani, che ha messo in evidenza e sottolineato alcuni aspetti importanti della candidatura e la necessità di un sempre maggiore e puntuale coinvolgimento del territorio.
Il primo punto chiarito in modo magistrale dal professor Ruggero Longo, coordinatore nazionale della candidatura seriale Unesco del panorama culturale benedettino di cui la Sacra è uno degli esempi più mirabili, è la caratteristica principale delle azioni volte a questo obiettivo: la protezione. Infatti, a dispetto di quanto i più pensano, L’Unesco non è un’agenzia di sviluppo turistico, obiettivo totalmente estraneo al suo mandato: la finalità di una candidatura a patrimonio dell’umanità di qualunque bene o fenomeno culturale è quella di preservare una testimonianza del passato dalla sparizione perchè ritenuta di valore inestimabile e dunque degna di essere tramandata alle generazioni future nella sua totale integrità.
Spiega Dario Fracchia, sindaco di Sant’Ambrogio: “Questo percorso infatti deve partire dai territori stessi che nel bene da proteggere riconoscono le proprie radici ed identità culturale di comunità: in questo senso la parola protezione è la parola d’ordine ed il fulcro dell’Unesco che ha il compito di salvare e tramandare.
La valorizzazione turistica dei beni da candidare a patrimonio dell’umanità è dunque un fatto del tutto secondario ed ovviamente una delle conseguenze del riconoscimento di un bene a patrimonio universale ma non certo la finalità o la preoccupazione dell’Unesco: anzi, talvolta nel piano di gestione che deve accompagnare il dossier di candidatura del bene, un particolare attenzione viene posta a disciplinare i flussi turistici per quantità e qualità là dove possono mettere in pericolo o connotare in modo fuorviante il significato culturale intrinseco del bene da preservare e trasmettere nella sua totale integrità originale“.
I relatori del progetto
L’intervento del coordinatore scientifico della candidatura della Sacra architetto Enrico Moncalvo del Politecnico e della sua assistente dottoressa Stefania Guarini hanno circostanziato i primi elementi salienti del dossier in fase di costruzione: l’inquadramento storico culturale del bene, la prima valutazione sulla zona “buffer” o “core zone” da includere negli approfondimenti ed interventi, la individuazione degli strumenti finanziari e delle collaborazioni necessarie per arricchire e completare il dossier. Molto importante e puntuale anche l’intervento della dottoressa Raffaella Tittone, responsabile regionale delle candidature Unesco, che ha spiegato ed illustrato nei particolari il percorso di candidatura che nel caso della Sacra è già giunto in “tentative list” : ha cioè già superato il primo gradino di selezione, fatto importante perchè la proietta in una buona posizione per arrivare all’ambito riconoscimento.
La dottoressa Tittione nel suo intervento ha anche giustamente sottolineato come il percorso di candidatura già di per sé, al di là del raggiungimento del riconoscimento finale, comporta una sinergia di forze e di studi che valorizzano in ogni caso il bene e tutto il territorio di riferimento allargato. La candidatura Unesco ha dunque raggiunto questo primo importantissimo risultato: avere messo insieme le forze per una stessa causa che sicuramente sarà foriera di risultati concreti e positivi per un vasta area fino a raggiungere una dimensione regionale ed internazionale.