Bloccare i lavori dell’alta velocità Torino-Lione quant’è costato? Intervista a Paolo Foietta

Paolo FoiettaPaolo Foietta

SUSA – Qualcuno ha paragonato la più che decennale attività contro il proseguimento della costruzione della linea ad Alta velocità Torino-Lione ad una partita al Gioco dell’Oca. Da una parte il Movimento NoTav dall’altra i governi nazionali. A tratti si va avanti; poi sembra di tornare al punto di partenza. Chi ha tirato i dadi per molto tempo, conoscendo molto bene le caselle della costruzione dell’Alta Velocità, è Paolo Foietta.

Laureato in architettura al Politecnico di Torino, è dipendente al Consorzio per il sistema informativo Piemonte. Prima è stato direttore dell’Area territorio e trasporti della Provincia di Torino. Poi coordinatore della segreteria tecnica della Commissione ministeriale linea Torino-Lione e dal 2015 Commissario Straordinario del Governo per la realizzazione dell’asse ferroviario Torino-Lione. A Susa c’era un sindaco NoTav oggi no, all’Unione Montana un presidente e una giunta NoTav oggi no, il sindaco di Torino ha cambiato idea così come il deputati cinquestelle. Insomma la pedina, rimasta bloccata dall’ex ministro Toninelli, oggi ha fatto un balzo avanti con l’apertura di nuovi bandi per i lavori.

Senta architetto Foietta si è fatto un’idea dei costi del blocco di un anno dei cantieri dell’Alta Velocità, chi pagherà per questi ritardi?

NoTav ed esponenti del M5S continuano a dichiarare che TELT è in “ritardo” e che la realizzazione dell’opera richiederà venti se non addirittura trent’anni e si lamentano che il territorio della Valsusa è militarizzato ed il cantiere di Chiomonte è un fortino. Intanto rappresentanti regionali piemontesi e del Comune di Torino del M5S hanno sostenuto e continuano a sostenere  “la guerra di liberazione del territorio” messa in atto dal Movimento NoTAV. 

NoTav

Una pratica fatta di violenza e sabotaggi praticati da una minoranza, in gran parte di importazione, organizzata militarmente, ma che mai è stata sconfessata ed isolata dai leader del Movimento NoTav, che anzi hanno coniato lo slogan “siamo tutti black bloc” . Oltre 200 attacchi al cantiere di Chiomonte, con uso di mortai, bombe carta, pietre, razzi e molotov con oltre 400 feriti tra le Forze dell’Ordine e centinaia di condanne da parte del tribunale di Torino. Per non parlare delle intimidazioni praticate contro quella maggioranza dei cittadini della Val di Susa colpevole di non essere contraria all’opera, contro le imprese, contro gli operai dei cantieri contro i negozi ed i bar della valle che servono il caffè agli operai, contro i giornalisti, rei di raccontare i fatti e non celebrare adeguatamente il movimento.

PIU’ SEMPLICE LAVORARE COME IN FRANCIA

Sarebbe stato certo più semplice e molto meno costoso scavare la galleria della Maddalena nelle condizioni di serenità in cui si sono scavati ed ultimati gli oltre 20 chilometri di gallerie francesi. Ma nonostante questo i lavori preliminari nel cantiere della Maddalena si sono conclusi nel rispetto dei tempi contrattuali ed il cantiere è pronto ed attrezzato per  avviare anche in Italia il lavori definitivi.  E’ ipocrita e paradossale che l’accusa di ritardo e di “avere perso tempo” venga rivolta proprio da chi non ha mai preso le distanze da coloro che organizzano  e praticano  le azioni di sabotaggio del cantiere. E’ come se Jack lo Squartatore accusasse le sue vittime di aver sporcato di sangue il pavimento.

Ma nonostante questo gli antagonisti e centri sociali non hanno causato ritardi. Hanno invece causato un alto costo allo  stato per garantire la sicurezza del cantiere e la protezione di operai e maestranze;  decine di milioni di euro che avrebbero potuto essere utilizzate per lo sviluppo ed il lavoro nella ValleI ritardi (un ritardo effettivo di quasi un anno) sono stati invece prodotti dalle sospensioni del Ministro Toninelli. Nonostante questi ritardi l’opera sarà appaltata nel 2019 e realizzata e messa in funzione nel 2030, secondo il cronoprogramma “certificato” allegato al trattato internazionale 2017. Quindi tra 10 anni, nel 2030, si viaggerà  da Milano a Parigi in 4 ore e trenta minuti (ora ce ne vogliono almeno 7) e potremmo togliere un milione di TIR l’anno dalle autostrade e dai valichi con la Francia”.

NoTav (foto notav.info)

(foto notav.info)

Lasci il tecnigrafo in una stanza e mi spieghi da politico come spiega il Movimento 5 Stelle prima con la Lega e adesso con PD.

Gli architetti e gli ingegneri non usano da anni il tecnigrafo ma il computer. Poi  non sono un “politico” al massimo un tecnico che non nasconde le proprie opinioni politiche. Mi permetto solo una battuta; i Cinquestelle hanno scoperto la flessibilità ed hanno imparato a declinarla utilizzando il doppio forno. Ma ritornando alla Torino-Lione, sul resto non mi avventuro, mi auguro che una flessibilità così spregiudicata  non riproponga passi indietro e ritorni al passato.

La mozione del M5S sulla “TAV”, discussa il 7 agosto del 2019 al Senato è stata respinta a grande maggioranza dall’Aula che invece ha approvato  a larga maggioranza e con il voto favorevole della Lega, le numerose mozioni a favore della Torino Lione  presentate da +Europa, PD, FdI e Forza Italia. Una siffatta “debàcle“ dovrebbe essere più che sufficiente per considerare una volta per tutte la Torino-Lione come una scelta definitiva. Nella nostra Repubblica il Parlamento è sovrano; ma proprio quello stesso Parlamento aveva già approvato a stragrande maggioranza nel 2016 in entrambi le Camere, attraverso la ratifica del trattato internazionale Italia Francia la definitiva realizzazione della Sezione Transfrontaliera della Torino-Lione, divenuto legge n.1/2017 ed in vigore dal 1/3/2017. Quindi mi auguro che questa volta sia finalmente accettata la decisione del parlamento“.

Si scava ogni giorno, ulteriori lavori sono finanziati e gli appalti partiranno a breve. Lo sa che in Valsusa qualcuno è ancora convinto che non si sia ancora fatto nulla?

Le recenti elezioni hanno dimostrato che chi non vuole vedere e nega l’evidenza è sempre più minoranza, anche in Valsusa. I fatti sono sempre “argomenti testardi”. Tra pochi giorni finirà lo scavo in Francia dei primi 10 chilometri di tunnel di base e nei prossimi mesi partiranno gli appalti per oltre tre miliardi di lavori in Francia ed Italia. Penso sia sufficiente“.

Francia, il cantiere del TAV

E adesso cosa succederà secondo lei?

Spero che arriveremo finalmente al “dopo TAV”; che si volterà pagina spostando finalmente il dibattito dalla contrapposizione ideologica tra il no ed il sì al confronto su  come fare meglio. Su come migliorare il progetto minimizzando l’impatto (sociale, ambientale ed economico) e massimizzando i vantaggi per le comunità attraversate. Proprio le compensazioni che sono disponibili all’inizio dei lavori che non devono essere elargite “a la carte”; devono essere  definite in modo condiviso in sede di Osservatorio. Progetti seri che producano sviluppo e lavoro. Questa sarà nei prossimi mesi una sfida importante su cui dimostrare la credibilità delle istituzioni“.

Da Commissario per l’Alta Velocità e presidente dell’Osservatorio architetto Foietta qual è il suo bilancio?

L’Osservatorio ha vinto, e questo a prescindere di chi sarà il nuovo commissario e presidente. Ha continuato ad operare nonostante dispetti ed i boicottaggi di chi lo voleva chiudere senza assumersene la responsabilità politica. Ma ha vinto soprattutto il metodo utilizzato che è stato quello della pazienza, del tanto lavoro, dell’approfondimento e del continuo confronto. Gli strali del Consiglio Comunale di Torino e del Ministro Toninelli ci hanno aiutato a crescere, ad approfondire, ad aggregare competenze e professionalità.

Ad aggiornare motivazione e numeri. Siamo riusciti  con numeri studi e dati a ribaltare il mantra della TAV raccontata dagli oppositori come anacronistica, inutile, costosa e dannosa. Oggi la Torino Lione è considerata nell’opinione pubblica del Paese e anche della valle un’opera moderna, e recente, necessaria ed indispensabile per il nostro paese,  sostenibile e vantaggiosa per l’Italia  grazie al cofinanziamento europeo. Ma soprattutto la TAV è considerata un’opera fondamentale urgente per la transizione ecologica dei sistemi di trasporto dell’Europa e del nostro Paese. In questi mesi decine di esperti, studiosi professori universitari da tutt’Italia si sono messi a disposizione gratuitamente collaborando ai quaderni dell’Osservatorio, che hanno smontato bufale, a partire dalla ACB di Ponti e Toninelli e ripristinato la verità. Di questo sono particolarmente soddisfatto ed è questa è la migliore eredità che posso lasciare al mio successore“.