Storia di Sangano: lo storico acquedotto dell’impianto voluto da Camillo Cavour

SANGANO – Storia dell‘acquedotto dell’impianto di Sangano. L’acqua fornita dai pozzi torinesi, siamo nei primi decenni del 1800 andava facendosi sempre meno buona per il quotidiano inquinamento del sottosuolo. La popolazione torinese avevano avuto favorevole eco alla Corte di Carlo Felice. Nel 1832 la sua vedova Maria Cristina incaricava l’ingegner Ignazio Michela di studiare i mezzi più idonei per convogliare a Torino.  La relazione, dettagliatissima, presentata dall’ingegner Michela alla Sovrana prevedeva sei progetti per fornire Torino di acqua potabile. La Società venne ufficialmente costituita nel giugno del 1847. Nella rosa dei suoi primi cinquantatrè fondatori figura il Conte Camillo Cavour si elesse la Commissione. Questa scelse l’acqua del Fiume Sangone.

ACQUA DEL SANGONE

Dopo sei anni di lavori l’impianto di Valsangone era in grado di funzionare, con una potenzialità massima di 650 litri al secondo, una media di 400 e una minima di 100. Gli sforzi ebbero il meritato riconoscimento la domenica 6 marzo 1859. Giorno in cui autorità e popolo salutarono esultanti lo zampillo augurale della fontana di piazza Carlo Felice. L’inaugurazione del primo acquedotto torinese avrebbe dovuto essere solennizzata dalla presenza del Conte di Cavour. Ma erano giorni di febbrile e ansiosa vigilia d’armi per il nostro Piemonte, che si preparava alla guerra contro l’Austria, e il Presidente del Consiglio, nell’impossibilità di liberarsi dai pressanti impegni dell’ora, fu sostituito alla cerimonia inaugurale dal Ministro dei Lavori Pubblici.

camillo cavour

L’IMPIANTO

L’impianto iniziale di questo primo acquedotto si componeva di alcune gallerie d’attingimento, situate a Sangano, presso Trana, in sponda sinistra del torrente Sangone, le quali, unite a quella, situata a sponda destra che nel territorio di Bruino raccoglieva le acque della sorgente Lilla, davano origine a un canale in muratura a pelo libero, che passando in vicinanza di Rivalta e di Grugliasco, si spingeva, con percorso d’una decina di chilometri, fin presso la località Regina Margherita, frazione di Collegno a sud della “strada di Rivoli”. L’acqua veniva raccolta in un serbatoio a forma di galleria, della capacità di 2.600 metri cubi, e di qui, scorrendo sotto l’attuale corso Francia, scendeva per gravità attraverso una conduttura del diametro di 450 millimetri per arrivare fino a piazza Carlo Felice.

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