EXILLES – Chi è stata la prima donna italiana a guidare un’automobile? Il primato è molto conteso. Ecco come sarebbero andate le cose secondo la ricostruzione dell’Acais di Messina. Torniamo indietro di 110 anni: non c’era molto traffico per le strade, un’automobile era una rarità ed erano pochissimi gli uomini che sapevano guidare. Eppure allora, nel lontano 1907, Ernestina Prola ottiene la patente, allora denominata licenza, e passa alla storia come “la signorina al volante”. Resta ancorata un’altra importante testimonianza alla figura della innovativa torinese: la sua residenza di Exilles, “Villa Ernestina”, nella zona sul torrente Galambra. La villa in stile liberty, oggi restaurata, ha mantenuto lo splendore originario.
AD EXILLES
“Gli automobilisti che devono circolare sulle strade ordinarie saranno sottoposti alle opportune prove“: recita il primo regolamento che fa riferimento all’autorizzazione alla guida, contenuto nel regio decreto del 28 luglio 1901 n. 416. Niente scuola guida allora, ma la certificazione di un’abilità, attestata dal rilascio di un “libretto”, sul quale dovevano essere annotate le eventuali contravvenzioni. E se il primo italiano a superare la prova ed ad ottenere il rilascio del libretto è il torinese Bartolomeo Tonietto, detto Alberto, noto chauffeur di casa Savoia, a sorpresa per l’epoca. Poi viene rilasciato ad una donna, anche lei di Torino, Ernestina Prola. Siamo in un periodo storico in cui le donne non possono votare. Difficilmente riescono a studiare e pochissime tra loro hanno un lavoro fuori casa. Dalla foto storica che sembrerebbe testimoniare l’abilità al volante dell’antesignana automobilista, pare che la stessa fosse stata nominata chauffeuse della scuola di Torino.
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