TORINO – Si ĆØ svolta oggi 8 gennaioĀ in Tribunale a Torino, l’udienzaĀ preliminare per la sparatoria dell’Aquila di GiavenoĀ avvenuta quasi un anno fa, il 12 gennaio. In conseguenza della quale perse la vita il biker degli Hell’s Angels, Alessandro Gino di Villar Focchiardo, deceduto una settimana dopo al CTOĀ di Torino, senza mai uscire dal coma.Ā Sul banco degli imputati vista la richiesta di rinvio a giudizio del Pubblico Ministero Antonio Smeriglio, Eric Romano,Ā suo padre Claudio e suo cugino Manuel MoriscianoĀ tutti di Giaveno. Sul loro capo accuse pesantissime. Omicidio volontario in concorso, con l’aggravante della premeditazioneĀ dei futili motiviĀ per aver cagionato la morte con un colpo alla testa sparato da di una Glock automatica calibro 40Ā del motociclista di Villar Focchiardo. Tutti e tre devono anche rispondere in concorso e con le stesse aggravanti del tentato omicidio di un altro biker, Pierluigi Ozzello.
I FATTI
Secondo la ricostruzione degli investigatori della Compagnia Carabinieri di Rivoli, diretti dal Pubblico Ministero Antonio Smeriglio, e le consulenze tecniche, fra cui perizie balistiche, medico legali e di infortunistica stradale, dell’accusa,Ā ricostruita oggi in aula, quella tragica notte i due giovani giavenesi, che avevano avuto un pesante diverbio col gruppo dei biker dell’Hellās Angels Club di TorinoĀ che all’Aquila avevano la sede della loro associazione sportiva ma qui la versione degli imputati parla invece di aggressione e un pestaggio. TornatiĀ a casa dei Romano “si determinavano previo accordo, di recarsi armati e a bordo di due distinte autovetture ed armati di pistole e strumenti contundenti a recarsi all’Aquila allo specifico scopo di fronteggiare ed usare violenza nei confronti degli appartenenti all’associazione di motociclisti Hell’s Angels, che in tale localitĆ aveva la sede ed i cui soci quella sera avevano tenuto riunione”.
L’ACCUSA
Per l’accusa Claudio Romano, il padre di Eric si era unitoĀ a figlio e nipoteĀ per “vendicare” le offeseĀ eĀ padre e figlioĀ Ā “immediatamente dopo essere scesi dalle autovetture palesando le loro intenzioni, minacciavano alcuni dei motociclisti presenti sul piazzale. Mostrando le pistole che loro stessi, con il consenso del Morisciano, avevano precedentemente prelevato dalla loro abitazione e portato sul posto al fine di farne uso, dicendo il primo “mettetevi tutti in fila che vi ammazzo tutti” ed il secondo “questa non ĆØ finta”.
RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?
Iscriviti alla nostra pagina FacebookĀ LāAgenda News: clicca āMi Piaceā e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti piĆ¹ nemmeno unaĀ notizia! Segui e metti mi piace al canale YouTubeĀ LāAgenda News.