RIVOLI – A ricordo dei partigiani uccisi nella Caserma Ceccaroni di Rivoli. Si tratta di dodici giovani in tre occasioni differenti tra le mura delle caserme usate anche come prigione, sala di tortura, detenzione. Si tratta del 17 giugno del 1944, 25 febbraio del 1945 e 10 marzo del 1945, divenuta data simbolo. Negli anni passati la cerimonia si è sempre tenuta il 10 marzo, ma quest’anno per ragioni legate all’emergenza sanitaria in corso non sarà possibile farla. Il Sindaco Andrea Tragaioli dichiara. “È importante tramandare la memoria di questi fatti, perché costituisce un patrimonio morale, culturale ed etico. Fondamentale per le nuove generazioni e insieme a tutta l’Amministrazione si rinnova il nostro impegno istituzionale nei riguardi dell’Anpi e di tutti coloro che aiutano a custodire i cippi, i luoghi ed i monumenti che ricordano gli episodi della nostra Liberazione, che sono patrimonio di tutti”.
LA STORIA
Il 10 marzo del 1945 vennero fucilati sette partigiani all’interno della Ceccaroni, all’epoca usata come casermetta di passaggio. Non solo quel giorno fu consumata la barbarie nazi-fascista. Le loro storie. Elidoro Piol. Nato in provincia di Belluno nel 1901 fu torturato per venti giorni e ritrovato il 27 giugno del 1944 in Strada Rivalta sotto il ponte del Rio Garos. Rocco Galliano, era partigiano della Divisione Autonoma Val Chisone. Carlo Leone nato nel 1922, dopo il servizio militare come alpino, nel 1943 fu catturato due volte tra i partigiani. Accusato della distruzione della ferrovia ad Avigliana. Gaetano Montasanto, dopo aver combattuto in Russia, l’8 settembre rientrato da una licenza non trovò più il reparto ed entrò nei partigiani a Val della Torre. Catturato il 25 febbraio del 1945 fu fucilato. Antonio Paracca, nato nel 1921, dopo il servizio in fanteria, sceglie la clandestinità. Fu catturato il 16 gennaio.
MORTE A RIVOLI
Luigi Berton, nato anche lui nel 1921. Militare artigliere fu catturato con altri e portato a Rivoli dove fu fucilato. Luigi Lucco Borlera, del 1923, civile fu fucilato per rappresaglia contro un attentato dei partigiani a Bussoleno. Francesco Novelli classe 1926, di professione meccanico. Appartenente alla Colonna Alpina di Giustizia e Libertà, fu fucilato il 10 marzo del 1945. Renato Molinari, con il grado di Capitano, cambattè in Grecia in un battaglione Alpino. L’8 settembre è catturato dai tedeschi è invito in prigionia. Fugge dalla prigionia e entra nei partigiani francesi. Catturato a Cuorgnè vien poi trasferito a Rivoli. Anche lui fucilato dopo l’attentato di Bussoleno. Luigi Moschini del 1926. Catturato dopo molte azioni contro i tedeschi fu fatto prigioniero dalle truppe fasciste. Rifiutò di arruolarsi con la RSI e fu fucilato.
DUE RAGAZZI
Giuseppe Tartaglione del 1922. Minorenne prese servizio in ferrovia e poi arruolato in fanteria. Entrato nei partigiani, fu sorpreso in azione e successivamente fucilato. Giuseppe Cassinelli del 1922. Militare in artiglieria nel 1943 entra nelle formazioni partigiane. Combatte in Italia, poi in Francia, poi nuovamente in Valsusa. Catturato è rinchiuso prima a Bussoleno infine a Rivoli dove viene fucilato.
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