Giaveno, la professoressa Starnone si difende: “Il mio tweet si riferisce ad una possibile situazione di scontro tra malviventi e forze dell’ordine”

funerale rega carabiniere(foto Andrew Medichini)

GIAVENO – Un tweet e sulla professoressa Patrizia Starnone si scatena la ridda mediatica. La Starnone insegna in una scuola superiore di Giaveno. E’ laureata in giurisprudenza ed ha anche lavorato come avvocato. Insomma ha un’ottima base giuridica. E’ una donna conosciuta e stimata in città, nelle ultime elezioni amministrative era in lista con la Lega, che poi ha avuto il posto da vicesindaco; dunque una posizione non di secondo piano. Nel giorno in cui sono stati celebrati i funerali del carabiniere Mario Cerciello Rega, assassinato a coltellate a Roma, i media, hanno dato ampio spazio ad un tweet scritto dalla professoressa. A commento di un post del ministro Salvini, dove la professoressa nel finale ha scritto: “Cari agenti delle Forze dell’Ordine, quando è necessario e non vi è altra scelta, un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese”.

HO DIFESO LE FORZE DELL’ORDINE

Scrive la professoressa Starnone. “Seppur in modo colorito, pare esplicito il riferimento all’art.53 c.p. E’ altrettanto palese che quella seconda parte del tweet non si riferisce nel modo più assoluto all’immagine del ragazzo con la benda. Il ragazzo da alcuni giornali indicato erroneamente come l’assassino. Il commento si riferisce ad una possibile situazione di scontro tra malviventi e Forze dell’Ordine, dove si concretizza la fattispecie giuridica dell’uso legittimo delle armi. I giornalisti di giornali nazionali che mi hanno contattato personalmente, hanno potuto comprendere il significato originale del tweet. Ovvero che, nella seconda parte, era riferito ai momenti concitati in cui un pubblico ufficiale, nell’adempimento del proprio servizio a tutela della collettività, rischia la propria vita. Come nel caso dell’efferato omicidio del Carabiniere Cerciello“.

I giornalisti hanno riportato negli articoli anche le dichiarazioni rilasciate dalla professoressa Starnone. Il problema, secondo lei, nasce però dai titoli degli stessi articoli che, dice la Starnone. al fine di dare maggior clamore alla notizia, sono stati fuorvianti e strumentali. Ingenerando, soprattutto in chi ha letto il titolo e magari non l’articolo completo, una distorta percezione del tweet.

SONO STATA MAL COMPRESA

La professoressa Starnone continua sulla polemica nata dal tweet. “Si riporta come esempio il titolo dell’articolo pubblicato online dal giornale La Stampa “Post shock di una professoressa Torinese sulla foto dell’assassino: “Un colpo in testa al reo”, associandolo ad una immagine del complice bendato, al quale la frase non si riferisce affatto. Ne sono riprova tutti gli ulteriori tweet, in cui ho spiegato ulteriormente, che l’invito ad usare le armi si riferisce al momento in cui il pubblico ufficiale è in pericolo di vita.

Altro titolo fuorviante quello di Repubblica di Torino: “Un’altra prof shock: un colpo in testa all’Americano che ha ucciso il Carabiniere”, sempre in associazione alla foto del ragazzo bendato. E’ chiara ed evidente la strumentalizzazione mediatica e politica del tweet, il sottolineare la mia vicinanza alla Lega. Il titolo shock “Un colpo in testa al reo” e la forzata ed assurda analogia della mia dichiarazione da quella della docente di Novara che, al contrario, offende l’onore, la dignità del Carabiniere subito dopo l’efferato omicidio e vilipende di fatto l’Arma stessa“.

La docente, che ha sua detta ha subito in queste ore un ingiustificato linciaggio mediatico, ha già dato incarico allo Studio Legale Tizzani di procedere legalmente nei confronti di tutti coloro che hanno diffamato la sua reputazione personale e professionale.