Piemonte: “Basta con i cinghiali, non ci sono più scuse”

cinghiali

TORINO – Mentre la Peste Suina Africana vede aumentare a 61 i casi accertati nella zona rossa dell’Appennino ligure-alessandrino la Regione Piemonte ha varato il piano di depopolamento del cinghiale. Ora, l’applicazione della nuove misure è compito della Città Metropolitana di Torino, degli Enti di gestione delle aree protette del Torinese, degli Ambiti territoriali di caccia e dei Comprensori alpini della provincia di Torino. La delibera regionale recepisce le richieste di Coldiretti: i cinghiali potranno essere abbattuti su tutto il territorio regionale oltre i periodo di caccia e utilizzando misure straordinarie e coinvolgendo le aziende agricole. La delibera incalza anche i Parchi regionali e provinciali perché anche nelle aree protette i contenimenti siano attuati fino in fondo e senza reticenze.

I CINGHIALI

L’obiettivo è raggiungere i 50mila cinghiali abbattuti in tutto il Piemonte, entro l’estate. Uno sfoltimento che dovrebbe essere sufficiente a rendere più difficile la propagazione del virus della PSA e che dovrebbe difendere finalmente gli agricoltori impegnati nelle semine del (oggi preziosissimo) mais. Anche nel territorio della Città metropolitana di Torino il depopolamento dei cinghiali sarà attuato con modalità che, fino a ieri, erano considerate un tabù. I cinghiali potranno essere abbattuti mediante “controllo” (giuridicamente diverso dalla “caccia”) tramite catture con l’utilizzo di gabbie, recinti di cattura e con interventi di abbattimento nelle modalità ordinarie da parte delle guardie delle Province e di tutti i soggetti previsti dai provvedimenti regionali. Poi abbattimento da appostamento a terra.

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