Novalesa: la Fiera della Patata e della Toma si fa piccola piccola

sagra patata mocchie

NOVALESA – A Novalesa la Fiera della Patata e della Toma  si svolgerà in modo semplice e di piccolissime dimensioni. Nel rispetto delle regole anti Coronavirus si è deciso di proporre pochissimi banchi e tutti di prodotti locali della terra. Una scelta che va incontro agli agricoltori e alla salute pubblica. L’appuntamento, quasi mercatale, è per domenica 27 settembre nello spazio aperto a fianco del municipio. Spiega il sindaco Piera Conca. “Abbiamo condiviso con gli uffici comunali e le Forze dell’Ordine questa soluzione per non penalizzare del tutto gli agricoltori. Sarà una manifestazione dalle ridottissime dimensioni e solo con i produttori locali. Per la grande Fiera della Patata e della Toma di Novalesa l’appuntamento è per l’anno venturo“. Insomma a Novalesa una scelta di responsabilità che mantiene comunque anche una successione annuale dell’atteso appuntamento fieristico in Val Cenischia.

LA PATATA DI MONTAGNA

Come il mais, la patata giunse in Europa dal Nuovo Mondo dopo la metà del ‘500. Per molto tempo la si coltivò solo a scopo botanico e come abbellimento dei giardini e degli orti. Visti i bei fiori viola. All’inizio del XIX secolo la patata è consumata in tutta Europa e oggi rappresenta la prima produzione non cerealicola nel mondo. Anche nella Valsusa la patata affiancò la coltivazione di cereali: quando questi scarseggiavano. La patata veniva mescolata alla farina per produrre pane. In montagna si è diffusa notevolemente per le qualità di alcune varietà. Queste sono adattabili alle severe condizioni climatiche montane, si può coltivare fino ai 2000 metri, là dove il frumento non arriva. Interessanti varietà locali sono giunte inalterate sino ai nostri giorni: piatlina, patata viola, e ratte.

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