Nacque ad Avigliana il giornalista Celeste Negarville, direttore de L’Unità dopo la guerra

Mayor Celeste Carlo Negarville working at his desk. (Photo by Dmitri Kessel/The LIFE Picture Collection via Getty Images)

AVIGLIANA – Celeste Negarville nacque ad Avigliana nel 1905. Era giornalista ed ha fatto un’interessante carriera politica. E’ stato il primo direttore del quotidiano l’Unità del dopoguerra e sottosegretario agli esteri nei governi Parri e De Gasperi. La sua famiglia si trasferì a Torino nel 1912. Il padre trovò lavoro come operaio alla Fiat. Iniziò a lavorare già da adolescente, come elettricista. Nel 1919 aderì alla Federazione giovanile socialista. Poi nel 1921, al neonato Partito Comunista d’Italia di Gramsci e Bordiga. Nel 1922, fu arrestato e poi rinviato a giudizio. Espatriò, allora, a Parigi, dove fu assunto come operaio alla Renault. Nel 1927, a Bologna, fu nuovamente arrestato e processato l’anno dopo presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Condannato a 12 anni e 9 mesi di reclusione, scontò la pena.

ESPATRIATO

Liberato nel 1934, a seguito di amnistia, espatriò nuovamente a Parigi. L’anno successivo fu inviato a Mosca in qualità di rappresentante italiano presso l’Internazionale comunista della gioventù. Rimase a Mosca tre anni. Sposò la russa Nora Rosenberg. Nel 1938 ebbe la sua unica figlia. Nello stesso anno rientrò a Parigi, dove rimase anche durante l’occupazione nazista. Aveva compiti organizzativi clandestini del partito. Tornò in patria a piedi attraverso le Alpi Marittime. Nel gennaio 1943 stabilitosi a Milano, fu tra i principali organizzatori degli scioperi. Dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio 1943 fu tra gli estensori dell’edizione straordinaria de l’Unità diffusa a Milano.

ALL’UNITA’

Dopo la liberazione di Roma, fu il primo direttore del quotidiano l’Unità stampato in forma ufficiale. Dopo gli anni di diffusione clandestina. Deputato all’Assemblea costituente, fu anche sottosegretario agli esteri nel Governo Parri. Fu anche nel primo governo De Gasperi. Nell’agosto del ’45, da sottosegretario agli Esteri. Confidò all’ambasciatore sovietico che il suo partito riteneva inaccettabili “le pretese italiane su Trieste“. Che “i comunisti non avrebbero tollerato un comportamento del genere della delegazione italiana alla Conferenza di Pace“. In seguito, dal 17 dicembre 1946 al 16 aprile 1948, fu sindaco di Torino, il primo eletto democraticamente dell’Italia repubblicana. al 1948 al 1958 venne eletto senatore per due legislature, e fu deputato dal 1958 alla morte.

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