Montagna, borghi, green communities e foreste devono essere al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza

ROMA – Montagna, borghi, green communities e foreste devono essere al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Uncem: definire in Parlamento il ruolo dei territori e degli enti locali. “La transizione green del Paese si fa solo coinvolgendo i territori, le aree montane del Paese, gli Enti locali” – afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. “Per questo è necessario che nel Piano nazionale Ripresa e Resilienza vengano introdotte misure per le aree montane, le foreste, le green communities e i borghi. Perché occorre valorizzare le filiere vere del Paese, che per il green non sono solo acciaio e cemento”.

MAGGIORE CENTRALITÀ NEL PNRR

Prosegue Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. “Le aree di montagna e i territori italiani devono avere una centralità nel PNRR non come comparto o categoria di investimento, bensì come chiave di lettura di tutte le misure e le componenti introdotte nel PNRR varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri. Uncem non chiede pezzi di 220 miliardi di euro, non fa elenchi della spesa. Tutte le missioni e le componenti devono essere attuate sui territori, con un preciso ruolo degli Enti locali che il Parlamento, il Governo, con il Comitato interministeriali Affari europei dovranno definire. La Montagna è trasversale all’intero Piano, come lo sono i territori, le comunità. Su questo lavoreremo con Governo, CIAE e Parlamento. Affinché per sanità, innovazione, green in primo luogo vi sia una chiave di lettura territoriale con una presenza forte dello Stato volta al superamento delle sperequazioni“.

L’UNCEM

L’UNCEM è nata come organizzazione della montagna italiana in un momento storico in cui i suoi possibili interlocutori erano soltanto due: il Governo e il Parlamento nazionale. L’organizzazione non poteva quindi che essere di stampo nazionale, e lo rimase sino agli anni ‘70 quando, nate le Regioni, l’UNCEM si sdoppia: alcuni suoi organi continuano a dialogare col Governo e col Parlamento centrali per i problemi montani di livello nazionale, mentre altri organi nascono a livello locale (le “Delegazioni regionali”) come interlocutori delle Giunte e dei Consigli regionali, perché lo Stato ha cominciato a decentrare alle Regioni varie funzioni che toccano da vicino la vita della montagna e dei montanari.

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