TORINO – Lear di Grugliasco, Tecid di Collegno e FIR Fulda di sant’Ambrogio: crisi occupazionali in Piemonte.
CRISI OCCUPAZIONALI IN PIEMONTE
Un’azienda che versa in difficoltà è la Lear di Grugliasco, che opera nel settore dell’automotive, dove sono a rischio circa 400 posti. “Come Regione abbiamo chiesto al Ministero il rifinanziamento dell’ammortizzatore sociale, da intendersi come un ponte verso una soluzione e non come una lenta agonia per i lavoratori e loro famiglie. Auspichiamo un piano condiviso con Lear a cui, anche in questa sede, rivolgo un appello alla responsabilità sociale d’impresa che dovrebbe avere nella ricerca di tutte le soluzioni possibili per i propri lavoratori e per garantire la competitività dell’azienda stessa. La Regione è pronta a fare la sua parte di fronte a una visione industriale che superi la monocommittenza, ma guardi a tutto il comparto dell’automotive e anche valutando soluzioni verso nuovi settori, con potenzialità di crescita e di futuro, incluse possibilità di reindustrializzazioni in nuovi ambiti” ha spiegato Chiorino, che ha annunciato un nuovo incontro al Ministero dell’Industria per il prossimo 11 gennaio.
LA FIR FULDA DI SANT’AMBROGIO HA ANNUNCIATO LA CHIUSURA
Giovedì 30 novembre si svolgerà un presidio di protesta dopo l’annunciata chiusura dell’attività della FIR Fulda. Si tratta del feltrificio Fir Fulda con lo stabilimento di Corso Moncenisio 51, lungo la Strada Statale 25. La cattiva notizia che circolava da settimane ha trovato riscontro nell’azienda che ha dichiarato la chiusura. A rischio lavoro sono in 41. Da giovedì 30 novembre i sindacati unitari annunciano un presidio permanente e quattro ore di sciopero sia per contrastare la scelta aziendale, sia per sensibilizzare gli esponenti locali politici sia la cittadinanza della bassa Valsusa.
AUDIZIONE TECI E TECID
Alla presenza del presidente dell’Assemblea regionale Stefano Allasia, e della stessa Chiorino, a margine della seduta mattutina sono state ricevute le organizzazioni sindacali e una rappresentanza di lavoratori della Teci e Tecid di Collegno, che hanno esposto i timori perla situazione alla Te Connectivity. A seguito della decisione della multinazionale svizzero-americana nel campo dei prodotti per l’elettronica, di delocalizzare tutte le produzioni presenti, potrebbero essere rischio 222 posti di lavoro. La delegazione ha perciò chiesto al Consiglio regionale e a tutte le forze politiche, di farsi parte attiva sui vari tavoli istituzionali, al fine di trovare una soluzione industriale da parte del gruppo alternativa alla delocalizzazione.
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