VALSSA – Marco Bussone, presidente nazionale Uncem spiega sulla percorribilità delle strade di montagna per le biciclette. “L’incidente gravissimo nel quale è rimasto coinvolto Alex Zanardi nei giorni scorsi ripropone il tema della sicurezza delle strade per i ciclisti. Sono in aumento, in particolare nel dopo lockdown. Le strade trafficate non sono, almeno in Italia. Adeguate per le due ruote. Spesso con buche lungo la carreggiata, strade comunali e provinciali impongono a chi sceglie la bici da strada uno slalom spesso pericoloso. Così, allo stesso tempo, tra automobilisti e camion molto spesso manca cultura dell’attenzione ai ciclisti’ Che devono sempre viaggiare in fila indiana e mai affiancati invadendo la corsia. Succede anche sulle strade di montagna, dove le precauzioni devono aumentare”.
IN VALSUSA
“I primi preoccupati per il rischio di incidenti sono i Sindaci e chi gestisce la viabilità. Troppo facile scaricare su di loro le responsabilità. Uncem evidenzia i tanti positivi progetti per la chiusura delle strade al traffico di mezzi motorizzati, per uno o più giorni la settimana, per lasciare spazio ai ciclisti. Succede nelle Dolomiti, come in Val di Susa, in Alto Adige, nelle valli lombarde, sui passi più importanti che hanno fatto la storia del ciclismo e delle grandi corse a tappe. Si possono aumentare le sperimentazioni e renderle stabili. Va nell’interesse dei territori, dei fruitori in bici e della pubblica sicurezza. Una cosa però è certa. Devono essere riviste le norme nazionali che oggi non obbligano a chiudere le strade quando vi sono corse o altre iniziative ciclistiche non di professionisti. Siano queste competitive o no, occorre una revisione normativa a tutela di iscritti, organizzatori, Enti territoriali“.
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