COAZZE – Lāantica Miniera di Talco di Garida ĆØ situata in zona Forno di Coazze a circa 1070 metri di altitudine. La miniera, tra le piĆ¹ antiche delle Alpi, si estende su piĆ¹ livelli collegati da gradini e scale. Quando viene aperta alle visite ĆØ possibile vederne oltre mille metri e osservare lāevoluzione della pratica di estrazione del talco. Inoltre confrontare le prime gallerie di fine ā800 con quelle piĆ¹ recenti risalenti al 1968, anno in cui cessĆ² lāattivitĆ . La storia. In una relazione del 31 dicembre 1783 che il conte Ludovico Birago di Vische ricordava lāimpiego della terra di Giaveno nella composizione delle sue porcellane. Fondatore della manifattura di ceramiche di Vische, il nobile era stato responsabile tra il 1765 e il 1768 della prima produzione di porcellana a pasta dura in Piemonte. Ottenuta mescolando diversi tipi di caoloniti provenienti da Castellamonte, Baldissero e, appunto, dalla Valsangone.
A COAZZE
Anche se probabilmente le prime escavazioni della miniera di talco a Garida a Coazze furono effettuate giaĢ nella prima metaĢ dellā800, le prime informazioni ufficiali risalgono al luglio 1888. Nellāestate di quellāanno, infatti, il signor G.P. Tron ottenne il permesso di escavazione di talco nei pressi dellāattuale miniera. La SocietaĢ Italiana Talco e Grafite prelevoĢ la miniera nel 1925. Questa societaĢ, oltre ad ampliare gli scavi e le ricerche, costruiĢ la teleferica, utile per trasportare il minerale dal sito alla carrareccia di fondovalle, per un percorso di 3400 metri. In precedenza il minerale veniva trasportato a piedi, contenuto in grandi sacchi. Oppure per mezzo della lisi, una particolare slitta utilizzata nella neve soprattutto per il trasporto della legna. Dal fondovalle il minerale veniva poi trasportato con degli autocarri ad Avigliana, dove veniva macinato.
NEGLI ANNI DELLA GUERRA
Dopo il fallimento della SIGET, avvenuto nel 1933, la miniera venne chiusa. Pochi anni dopo, nel 1935, altri due potenziali padroni si fecero avanti. La SocietaĢ Talco e Grafite Val Chisone, che possedeva tutte le azioni della SIGET, e il ragionier Emesto Fea di Torino. I due si contesero la zona di escavazione. Al ragionier Fea venne accordato il permesso di ricerca alla destra orografica del rio Cevrero. Mentre la sinistra tocco alla SocietaĢ Talco e Grafite Val Chisone. La miniera venne nuovamente chiusa nel corso della seconda guerra mondiale, questa volta non per fallimento. Ma per carenza di manodopera, impiegata al fronte a combattere. In questo periodo venne fatto un uso originale della miniera. Fu usata infatti come rifugio, prima dalla popolazione civile, poi daiĀ partigiani della Resistenza. I quali si nascondevano liĢ per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi.
LA CHIUSURA
Questa miniera rimase attiva fino al 1968, quando chiuse perchĆ© il talco estratto era insufficiente per compensare i costosi lavori di estrazione. Lāultimo capitolo della storia della miniera di Garida comincia nel 1994, quando la ditta Lavori Minerari Rossi ottiene il permesso di escavazione e, affiancata dallāAssociazione per la Conservazione delle Tradizioni Minerarie (ACTM), avvia il progetto di rendere la miniera in tutto e per tutto funzionante. Inoltre anche visitabile da chi lo desideri, progetto che eĢ ancora in svolgimento. In occasione della Giornate FAI dāAutunno in passato il Gruppo FAI Valsangone ha dunque scelto di proporre la visita alla miniera. E lāaffluenza di un pubblico interessato ed entusiasta ha testimoniato il successo dellāiniziativa.
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