La tutela del commercio storico in Piemonte, antiche tradizioni di vendita

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TORINO – Tutela del commercio storico in Piemonte.

TUTELA DEL COMMERCIO STORICO IN PIEMONTE

Tutela dei luoghi storici del commercio in Piemonte, con il sostegno alle attività commerciali di antiche tradizioni che continuano a essere tramandate di generazione in generazione, legate al territorio e alle sue tradizioni: il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità dei votanti (26 sì e 17 non partecipanti al voto) il disegno di legge della Giunta, che modifica la legge regionale sul commercio 28 del 1999. L’assessore Vittoria Poggio ha detto che “il commercio piemontese sta vivendo una fase di grave difficoltà e trasformazione a causa della perdurante crisi economica e dei consumi, che ha avuto un forte impatto sulle attività di quartiere, favorendo l’espansione di realtà commerciali di grandi dimensioni e del commercio on-line. Ecco perché è necessario tutelare i pubblici esercizi e le attività a carattere storico-tradizionale”. Il provvedimento, come ha ribadito il relatore di Maggioranza Federico Perugini (Lega), con il coinvolgimento dei Comuni, in particolare tutela i mercati di valore storico che si svolgono da almeno 70 anni, i mercati di valore storico di tradizione (40 anni) e i caffè storici, da sempre considerati un’eccellenza del Piemonte in tutte le province.

IL RICONOSCIMENTO DELLA STORICITÀ

Il Consiglio delle autonomie locali (Cal), nell’esprimere parere favorevole, aveva chiesto di introdurre criteri per il riconoscimento della storicità non fondati esclusivamente sul fattore temporale e di far rientrare nella categoria i negozi cosiddetti di tradizione e gli esercizi artigianali. “Stiamo facendo nascere il primo elenco delle nostre eccellenze con una riforma che colma un vuoto. Prima non c’era un quaderno regionale che mettesse in risalto i nostri tesori che sono prima di tutto da scoprire, poi da tutelare e infine da valorizzare” ha evidenziato Poggio. Nel dibattito sono intervenuti Monica Canalis, Domenico Ravetti, Diego Sarno e Alberto Avetta (Pd) e Silvana Accossato (Luv) che, pur condividendo i contenuti del provvedimento, hanno lamentato la mancanza di risorse finanziarie a disposizione. Nelle dichiarazioni di voto Sarah Disabato (M5s) ha affermato che ci sono anche altre realtà commerciali da valorizzare.

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