Judo a Giaveno: quattro ori al Grand Prix per Nicolò Manusia

Nicolò Manusia

GIAVENO – Poker di Nicolò Manusia nelle quattro tappe Grand Prix Italia under 15. Ecco 4 medaglie d’oro nel judo a Giaveno. Gara impegnativa e entusiasmante per il giovane di Giaveno che nonostante il cambio di categoria dovuto ad una naturale crescita in questa età e gli 83 atleti presenti in categoria, dopo otto incontri vinti con convinzione sale nuovamente sul gradino più alto del podio. Spiegano gli allenatori del ragazzo. “Ancora soddisfazioni dopo la giornata di ieri in Coppa Europa per il Fratello Jacopo anche Nicolò nella giornata di oggi ci regala la quarta e importantissima medaglia d’oro in una Tappa del Grand Prix Italia portando nuovamente l’Accademia e Giaveno sul tetto Nazionale nella categoria 55 kg under 15. Che dire questo torello mantiene sempre un livello altissimo di rendimento e vista la sua giovanissima eta’ ha ancora dei grandissimi margini di miglioramenti sia tecnici che caratteriali. Grazie a Nicolò e grazie  a Marco Caudana tecnico Accademia Judo con lui alla sedia in gara che ci hanno regalato anche questa emozionante medaglia“.

JUDO, LO SPORT

Il judo, come a Giaveno, è un’arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale giapponese formalmente nato in Giappone nel 1882. I praticanti di tale disciplina sono denominati judoisti o più comunemente judoka. In seguito divenuto ufficialmente disciplina olimpica nel 1964 in occasione delle Olimpiadi di Tokio. Rappresentato alle Olimpiadi di Atene 2004 il terzo sport più universale con atleti da 98 diversi Paesi. Mentre alle Olimpiadi di Londra hanno partecipato 387 atleti da 135 diversi Paesi.

Il judo nei primi anni del Novecento conobbe una straordinaria diffusione in Giappone e parallelamente iniziò la sua diffusione nel resto del mondo. Grazie a coloro che avevano modo di entrare in contatto col Giappone. Principalmente commercianti e militari, che una volta apprese le tecniche di base lo importarono poi nei loro paesi d’origine. Non meno importante fu la venuta in Europa intorno al 1915 di importanti maestri giapponesi. In Italia le prime testimonianze si riferiscono a un gruppo di militari appartenenti alla Regia Marina i quali nel 1905 tennero una dimostrazione di lotta giapponese davanti al Re d’Italia Vittorio Emanuele III.