Il vino Baratuciat della Valsusa: profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela verde

Baratuciat(ph Paolo Manenti)

VALSUSA – Il Baratuciat è un vitigno che produce uva a bacca bianca. È autoctono della Valle di Susa e non ha parentele con i vitigni conosciuti. Era ad un passo dall’estinzione, ma è stato recentemente riscoperto e valorizzato. È presente nella bassa valle da almeno 150 anni, dove era estesamente coltivato fino ai primi del ‘900. La sua presenza è attestata da un documento inserito nel Bollettino Ampelografico del 1877. Il flagello della fillossera ha progressivamente limitato l’estensione dei vigneti. Il suo recupero si deve all’iniziativa di un cittadino di Almese, Giorgio Falca.

BARATUCIAT, IL BIANCO CHE NON TI ASPETTI IN VALSUSA

Lo staff scientifico del CNR e quello del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino hanno intuito le potenzialità enologiche dell’uva e, grazie ad un lavoro di ricerca e sperimentazione, hanno definito con precisione le caratteristiche del vitigno. L’uva ha un acino ellittico, con la buccia di medio spessore molto pruinosa, di colore giallo-verde e dorato in fase di maturazione. Gli acini hanno la polpa poco consistente, succosa e non colorata. È un vitigno precoce e vigoroso. Il grappolo maturo è medio o medio piccolo, compatto, conico o cilindrico. I viticoltori locali, nelle zone ove era tradizionalmente presente, ricordano varianti del nome anche piuttosto distanti dall’attuale, come “Bertacuciàt”, o “Berlu ‘d ciàt”. Riferimenti storici locali risalenti a fine ‘800 lo citano come “Berlon ‘d ciat bianco”. Il vitigno è iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite come idoneo alla coltura in Piemonte, ma non rientra ancora nella Denominazione di Origine Valsusa DOC.

TRA SAUVIGNON E GEWURZTRAMINER

Generalmente vinificato in purezza, il vino Baratuciat nel medio periodo sviluppa sentori aromatici a mezza strada fra il Sauvignon ed il Gewürztraminer. Nel primo anno si presenta con profumi di frutti bianchi ed una netta nota di miele di acacia. È caratterizzato da un contenuto in estratto secco netto elevato per un vino bianco. Come si riscontra tipicamente negli ambienti montani, l’acidità totale risulta piuttosto elevata. Il vino si presenta generalmente di colore giallo paglierino scarico con gradevoli tonalità verdi, con un profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela verde e ananas e con peculiari sentori di eucalipto e fieno. Il Baratuciat è un vino di struttura importante e molto equilibrato, atto ad accompagnare antipasti, pesci di lago o di mare, carni bianche e insalate estive.

SULLA COLLINA DI ALMESE

Sulla collina di Almese, abbandonata negli anni Sessanta dai contadini ormai divenuti operai nell’industria del fondovalle nella bassa valle di Susa, erano rimaste piccole produzioni di vino, per lo più destinate al consumo di familiari. Grazie al recupero del vitigno Baratuciat, la vitivinicoltura ha conosciuto negli ultimi vent’anni una riscoperta che è innanzitutto culturale, nel senso del recupero delle tradizioni e della cultura materiale locale. Tra i protagonisti del recupero vi è l’azienda Agriforest della famiglia Bosio. Nei 15 ettari di proprietà sui versanti a solatìo di Almese nel 2004 è nata un’azienda agricola che ha riconvertito 3 ettari di terreno abbandonato in vigneto, uliveto, noceto e frutteto. La conduzione è familiare e la produzione ha numeri limitati e dedicati alla salvaguardia della biodiversità. Le operazioni colturali sono orientate al rispetto dell’ambiente, con l’inerbimento dei filari che evita l’erosione del terreno, l’uso esclusivo di concimi organici, la conduzione dalla potatura e la raccolta rigorosamente manuali. Per saperne di più si può consultare il sito Internet www.vinistoricisacra.com.

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