Il FAI Valsusa tra storia e progetti, Marilena Gally “La missione è scoprire e riscoprire il territorio”

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SUSA – Il FAI Valsusa tra storia e progetti, Marilena Gally “La missione è scoprire e riscoprire il territorio”.

L’ATTIVITÀ DEL FAI VALLE DI SUSA

Marilena Gally, maestra, insegnante, direttore didattico e preside del Liceo Rosa dal 2001 al 2015. In questo periodo grazie alla sua tenacia e ai sui collaboratori, il Liceo Classico che si stava spegnendo è rinato. Con lei anche la sede del nascente Liceo Artistico a Bussoleno. Una vita nella scuola con uno sguardo sempre alla cultura e al territorio. Nata in alta Valsusa, a Sauze d’Oulx, poi nella città di Adelaide, che ha anche impersonificato durante il Torneo Storico. Eclettica con un piglio organizzativo, ha due figli, nipoti e una passione che dall’arte, alla letteratura, passando per l’architettura l’ha portata ad accettare la carica di Capo Delegazione del FAI Valle di Susa. Dopo qualche anno di attività è ora di fare un bilancio dell’associazione che in lungo e in largo propone le bellezze valsusine in tante occasioni.

Scoprire o riscoprire qual è il vero segreto delle giornate FAI? Entrambi. Direi che scoprire è per chi viene da fuori Valle. Poi c’è far riscoprire ai valligiani luoghi che hanno visto ma non conoscono.

In Valsusa qual è il periodo storico che appassiona di più i visitatori? Non c’è un periodo specifico. Cosa affascina è il racconto. La narrazione direi che è tutto, lega i ricordi, le abitudini, i luoghi, le genti e le tradizioni. Così una cava, una fontana, una strada o un muro assumono una valenza culturale e storica.

È vero che collaborate con le scuole per formare le guide? Il FAI da sempre ha il progetto “Apprendisti ciceroni”. C’è una parte di formazione con i ragazzi delle superiori. Prima sulla storia e le finalità del FAI poi nello specifico con i beni di visita. Il connubio tra scuola e FAI è attivo, vivo e sempre più apprezzato.

C’è un luogo che vorreste far vedere ma non è possibile? Non è ancora capitato. Dal 2015 ad oggi siamo riusciti a far visitare tutti i luoghi, a volte c’è riservatezza e maggior controllo. Chissà magari capiterà, ma sono sicura che con l’organizzazione FAI tutte le porte si apriranno.

Cosa c’è da aspettarsi dal FAI nel futuro? Il FAI nazionale acquisisce e conserva beni storici. Qui in Valle di Susa l’impegno è far conoscere il territorio. L’obbiettivo, il sogno, è portare la cultura in ogni famiglia. Tutto ciò è possibile grazie ad un gruppo di volontari, ottimi narratori, che svolgono una missione importante e che non ha davvero limiti di tempo, passione e amore per la nostra Valle di Susa.

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