GIAVENO – A partire dalla prossima Fiera d’autunno, i banchi delle fiere sarnnao spostati. I giavenesi erano abituati a vederli nel centro cittadino. Non saranno più in via Umberto e in piazza Ruffinatti, Sclopis e Sant’Antero. Saranno spostati in altre aree come via Roma e via Teresa Marchini, che si aggiungono a quelle solite fuori dal centro. Una decisione contestuale all’adozione della direttiva europea Bolkenstein che regola anche l’esercizio commerciale su suolo pubblico. A partire da lunedì verrà aperto un bando per l’assegnazione dei posti per l’appuntamento fieristico autunnale. Postazioni che verranno assegnate per 12 anni. L’Assessore al Commercio Marilena Barone spiega. ” In questo modo evitiamo che durante le fiere vi sia l’oscuramento delle vetrine che già in passato avevano suscitato diatribe”
LA DIATRIBA SULLA SCELTA
Sulla scelta di spostare i banchi delle fiere a Giaveno maggiornaza e minoranza si scontrano. Barone continua a sostenere la decisione.” Il centro non viene spogliato, ma investito di un ruolo diverso. In concomitanza con le fiere potranno essere allestite manifestazioni parallele di carattere culturale, come la festa del fungo”. Posizione ribadita anche dall’Assessore all’Urbanistica Ermanno Neirotti. Stefano Tizzani (“Per Giaveno”) e Alessandro Cappuccio (“CambiAMO Giaveno”) lamentano la “modalità discrezionale” del percorso di confronto le attività commerciali . “Non ci sono commercianti di serie A e di serie B. Si sarebbe dovuta tenere una riunione in Comune con verbale”. E prosegue: “non è una scelta positiva, come sostiene Neirotti, ma impositiva: viene a mancare lo spirito di dialogo, perché la maggioranza fa piombare sulla testa dei cittadini le proprie decisioni. Pertanto prendiamo atto che per 12 anni non ci saranno banchi nel centro storico. Che siano le prove generali per lo spostamento del mercato?” si chiede.
LA RISPOSTA
“Le associazioni locali non sono state tagliate fuori, perché in questa fase il loro giudizio può essere limitato al regolamento, anche se c’è poco da discutere essendo l’applicazione di una norma di legge” risponde Neirotti. Cui si aggiunge Barone: “ho chiesto di parlare con i commercianti del centro storico, ma loro mi hanno domandato se gentilmente potevo recarmi da loro, dati i motivi di tempo e lavorativi. Pertanto non posso essere accusata di non averli convocati in Comune e di non aver redatto un verbale – e conclude – inizieremo da subito a lavorare in collaborazione con i commercianti del centro storico, perché resterà la possibilità di coinvolgerli in diversi modi, anche con il ‘negozio in piazza’”.
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