Gente e storie di Valsusa: Donato Richiero, le buone radici della terra

BRUZOLO – Erre. Come ripartire, riproporsi, reinventarsi. Come radici che affondano nella terra e, salde, danno fondamenta ai giorni che saranno l’avvenire. Per Donato Richiero è così e il dare un nuovo indirizzo alla vita parte dalle solide basi della terra di Valsusa. Quella ruga di terra – così appropriatamente la definì il Vescovo di Susa monsignor Vittorio Bernardetto – che è la nostra terra. Che è anche Rama, la mitica città di un’età quasi pre-umana, l’Atlandide svanita nelle nebbie del tempo, o semplicemente ‘rama’, acronimo di una fantastica ‘ Repubblica autonoma del Malpasso’ nel territorio del comune di San Giorio. Quasi una ‘Città del Sole’ che potrebbe dare mura all’utopia di Tommaso Campanella. Il sassolino è gettato. Anzi il seme è gettato. E la ‘colpevole’ mano è quella di Donato Richiero.

UNA RIPARTENZA

Racconta: “A volte la vita ti porta a fare delle scelte ed io, dopo un’esperienza lavorativa sulla quale ho steso il velo della damnatio memoriae, ho dovuto reinventarmi, riavvolgere la pellicola del film della mia vita sulla bobina e di nuovo srotolarla, guardandola con occhi nuovi. Ho sempre creduto che il significato del vivere debba essere il vivere veramente e non puramente il trascorrere i giorni. Tra i momenti significativi, tra gli aneddoti di una parte della vita, fatta come tutte le vite di mille momenti, di miliardi di sensazioni ed emozioni, emergeva l’immagine di quel ragazzino che incuriosito guardava suo padre nella vigna, nei campi, nei boschi. Quelle sue gesta lente e precise, quello sguardo umile e fiero, quella saggezza fatta di buon senso e pragmatiche certezze, quella bontà disarmante di mio padre Mario, sono state un po’ il ‘convitato di pietra’, l’ispirazione per il mio avvenire. Ho riavvolto sulla bobina la pellicola già vista, ho tolto lo stand-by dalla cinepresa, ho avviato il play. Il mio ‘richiamo della foresta’ è questa terra di Valsusa. Il presente ed il futuro sono qui.”

donato richiero

IL FUTURO

Il futuro delle piccole realtà, non quello delle irrealizzabili svolte che la fantasia rincorreva anche nell’ambito della politica, quando ancora questa parola aveva un senso nobile. Quando giovane attivista del Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Bruzolo sperava ancora che un qualche “Che Guevara” iniziasse una qualche battaglia per le classi lavoratrici di questo paese. Ma voi francamente l’avreste visto il compagno Fausto Bertinotti scendere dall’auto blu e salire sulle barricate della Rivoluzione? Siamo seri. Neanche il ragionier Ugo Fantozzi avrebbe girato un film con tale sceneggiatura perché tutte le farse hanno un limite e forse l’unica farsa che perennemente si autoalimenta è proprio quella dell’Italietta politica inamovibilmente accampata alla greppia del palazzo.

AL MALPASSO

Ma torniamo all’oggi: Malpasso, ottobre del 2021. Dove prima c’era un gerbido, una delle brutte cartoline che la valle propone a chi l’attraversa, cartolina che è figlia di quella corsa all’abbandono della terra, ora qualcosa si muove. C’è aria di cambiamento, di rinnovamento: mani operose hanno intrapreso un lavoro che sta determinando una rifioritura di un’area che era in degrado. Continua Donato Richiero. “Questa era metaforicamente ‘la foresta’ di cui parlavo prima: un luogo da reinventare, a cui dare nuova vita, in cui recuperare l’antico legame tra uomo e terra snaturato dalla sottocultura del consumismo, dall’idea dell’usa e getta perpetuo – anche nei rapporti umani – che ci ha portato a toccare i limiti dello sviluppo, i cui segnali inquietanti emergono dal fenomeno del riscaldamento globale. La ‘repubblica’, questa nostra azienda agricola, vuole essere un tentativo di invertire una tendenza, un piccolo segnale locale del fatto che il ritornare alla terra è possibile oltre che auspicabile, perché è la terra la madre della vita.

donato richiero

LA SOSTENIBILITA’

“Oggi si parla tanto di sostenibilità anche in agricoltura: noi ci crediamo e ci stiamo muovendo lungo questa strada, perché abbiamo chiaro in mente che il ‘buono’ ed il ‘bello’ possono esistere solo se abbinati al ‘giusto’ ed al ‘rispetto’, e che il ‘prezzo’ che ne è il risultato deve essere equo. La nostra ‘repubblica’ – conclude Richiero – vuole portare i valori dell’agricoltura di ieri sotto i riflettori del cielo di domani, perché davvero pensiamo che oltre all’omologazione del tutto ci debba essere la specificità del qualcosa.” Pensiero davvero ‘local’ questo! Ma soprattutto un raggio di luce, una proposta, l’idea propositiva che anche in valle – una valle svuotata dal buco nero della contrapposizione Si tav – No tav – può nascere qualcosa di nuovo. Soprattutto la dove esistono le buone radici della terra.

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