Festival Alta Felicità: il Comune di Susa dice no ai Gazebo

SUSA – Festival Alta Felicità: il Comune di Susa dice no ai Gazebo e ad una collaborazione sull’organizzazione. Una decisione, quella dell’amministrazione Genovese, che segue la linea della neutralità. Succede così che il Comune di Susa, dopo anni in prima linea con i NoTav, certifica un cambiamento di linea politica. La scelta non è piaciuta a Sandro Plano, consigliere comunale e già sindaco che ha espresso il suo pensiero in un comunicato.

Sandro Plano

“L’Unione Montana Valle Susa ha deliberato l’altro giorno lo stanziamento per controllare, con i Vigili Urbani di Torino, la viabilità di accesso al Festival ad Alta Felicità che si terrà nei prossimi giorni a Venaus. Altri Comuni e Associazioni hanno dato la disponibilità a collaborare mentre l’Amministrazione comunale di Susa non ha neppure concesso l’uso dei suoi gazebo al Comitato organizzatore” scrive Plano.

UN ATTEGGIAMENTO DISCUTIBILE SUL FESTIVAL ALTA FELICITÀ

“Come motivazione del diniego ha addotto la presenza dello stemma della Città. Decisione di per sé abbastanza insignificante per quanto riguarda la sostanza (altri hanno provveduto a risolvere il problema). Rilevo un atteggiamento molto discutibile nei confronti del Festival e di quello che rappresenta. Comunque la si pensi sulla questione TAV, abbiamo sempre sostenuto che non si tratta solo di un evento musicale. Si tratta di un evento politico, di una forma di protesta pacifica, di un momento culturale, di una forma di aggregazione di giovani provenienti da tutta Italia e dall’Estero.

Festival Alta Felicità: no ai Gazebo. “Oltre a questo, è un evento con risvolti commerciali e pubblicitari non indifferenti per la Valle. Molti giovani visitano i dintorni, consumano, dormono nei B&B. Non condivido l’invito di alcuni a boicottare il commercio a Susa. I nostri esercenti non sono responsabili della decisione del Sindaco, ma resto francamente stupito da un simile atteggiamento di chiusura. Gruppi rock, cantanti, attori, poeti in tutto il mondo e in tutte le epoche, a parte quelli di regime, hanno sempre manifestato contro il potere. Contro le ingiustizie, contro le mafie, contro la guerra, contro quasi tutto. Pare indissolubile quindi il binomio “essere artisti” ed “essere contro”.

Thomas mann

Conclude Sandro Plano: “Due personalità molto diverse tra loro hanno dato un’interpretazione per certi versi molto simile. Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura nel 1929, scriveva. “Essere artista ha sempre significato possedere ragione e sogni”. Vasco Rossi “Un artista vive sempre in fuga, ma non in fuga da se stesso o dalla realtà. Vive in fuga dai posti di blocco del conservatorismo, dall’omologazione, dall’ipocrisia. L’artista è l’unico che racconta le cose senza strumentalizzarle perché non ne ha bisogno. Ed è in fuga da tutte queste forze che lo vogliono bloccare, far star zitto”.

Probabilmente Piero Genovese dà un’altra interpretazione, scrive Plano: “l’artista deve essere incravattato, astemio, gentile, filogovernativo e soprattutto SI TAV” altrimenti, niente gazebo”.