KIEV (UCRAINA) – Si trova da giorni in Ucraina il fotoreporter Roberto Travan da dove svolge da anni una preziosa informazione, non solo d’immagini, sui conflitti che stanno interessando quell’area. Roberto Travan, giornalista professionista e fotografo indipendente si è specializzato in reportage di guerra e nel sociale. I suoi lavori sono stati pubblicati principalmente dal quotidiano La Stampa, giornale in cui lavora dal 1989, e tradotti in diverse lingue. Sua, e del collega Paolo Siccardi, la mostra “Arma il prossimo tuo. Storie di uomini, conflitti, religioni” che fu esposta a Torino suscitando polemiche per il rifiuto da parte degli organizzatori di seguire le linee editoriali indicate dagli autori. Travan conosce le zone che in questi giorni sono interessate dalla guerra, ne è testimonianza le mostre organizzate nel 2019 dal titolo “Twelve shots from Donbass” ospitata a Roma e “Donbass, Ucraina: il confine della verità” organizzata a Messina.
TESTIMONE DELLA GUERRA
In un post pubblicato sui social Travan parla di queste ore. “Ora passano così le notti così a Kyiv: coricati indossando i vestiti necessari per affrontare la fuga e il freddo, le scarpe pronte da infilare, la borsa da afferrare con dentro tutto quello che hai: soldi, documenti, il caricabatterie del telefono. Si prova a dormire, ma i pensieri e la paura affollano la testa senza sosta, in un caos logorante reso ancora più inquieto dal silenzio che avvolge tutto e tutti nelle pause dei bombardamenti: “Quando sarà il prossimo attacco?” la domanda che alberga fissa nella mente. Guardi l’orologio, sono appena le due, non è quasi l’alba come speravi, la notte ha appena fatto un giro di boa ma non c’è verso di chiudere occhio. La notte non concede tregua ai pensieri, difficile scacciarli, impossibile chiudere occhio. L’unico contatto con la vita è il cellulare, Internet. Sui social rimbalzano immagini dalle altre città assediate: Karkiv, Kramatorsk, Mariupol, Odessa.“
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