COAZZE – La visita alla Miniera di Garida a Forno di CoazzeĀ per le giornate dāautunno del FAI ha riscosso un grande consenso. Dopo il successo delle Giornate FAI dāAutunno 2018, dedicate allāAcqua del Re a Sangano, e allāedizione primaverile 2019 dal titolo āIl Bronzino Ritrovatoā presso il Comune di Reano, in questa edizione delle Giornate FAI dāAutunno 2019 il Gruppo FAI Valsangone, guidato da Flavio Polledro, ha proposto delle sorprendenti visite in due localitĆ del territorio: Giaveno con lāantico Mulino dou Detu e Forno di Coazze con la Miniera di Talco di Garida.
LA MINIERA DI TALCO
In una relazione del 31 dicembre 1783 che il conte Ludovico Birago di Vische ricordava lāimpiego della terra di Giaveno nella composizione delle sue porcellane. Fondatore della manifattura di ceramiche di Vische, il nobile era stato responsabile tra il 1765 e il 1768 della prima produzione di porcellana a pasta dura in Piemonte. Ottenuta mescolando diversi tipi di caoloniti provenienti da Castellamonte, Baldissero e, appunto, dalla Val Sangone.
Anche se probabilmente le prime escavazioni di talco a Garida furono effettuate giaĢ nella prima metaĢ dell’800, le prime informazioni ufficiali risalgono al luglio 1888. Nell’estate di quell’anno, infatti, il signor G.P. Tron ottenne il permesso di escavazione di talco nei pressi dell’attuale miniera. La SocietaĢ Italiana Talco e Grafite prelevoĢ la miniera nel 1925. Questa societaĢ, oltre ad ampliare gli scavi e le ricerche, costruiĢ la teleferica, utile per trasportare il minerale dal sito alla carrareccia di fondovalle, per un percorso di 3400 metri. In precedenza il minerale veniva trasportato o a piedi. Contenuto in grandi sacchi, o per mezzo della lisi, una particolare slitta utilizzata nella neve. Soprattutto per il trasporto della legna. Dal fondovalle il minerale veniva poi trasportato con degli autocarri ad Avigliana, dove veniva macinato.
NEGLI ANNI DELLA GUERRA
Dopo il fallimento della SIGET, avvenuto nel 1933, la miniera venne chiusa. Pochi anni dopo, nel 1935, altri due potenziali padroni si fecero avanti. La SocietaĢ Talco e Grafite Val Chisone, che possedeva tutte le azioni della SIGET, e il ragionier Emesto Fea di Torino si contesero la zona di escavazione. Al ragionier Fea venne accordato il permesso di ricerca alla destra orografica del rio Cevrero. Mentre la sinistra tocco alla SocietaĢ Talco e Grafite Val Chisone. La miniera venne nuovamente chiusa nel corso della seconda guerra mondiale, questa volta non per fallimento. Per carenza di manodopera, impiegata al fronte a combattere. In questo periodo venne fatto un uso originale della miniera. Fu usata infatti come rifugio, prima dalla popolazione civile, poi daiĀ partigiani della Resistenza, che si nascondevano liĢ per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi.
Nel 1947 il ragioniere Fea ottenne il permesso di ampliare la zona di ricerca, che veniva allora chiamata Mole, e amplioĢ anche le escavazioni sul livello denominato Garida Nuovo. Altre societaĢ si interessarono in questo periodo a questa zona mineraria della valle, tra cui la Italminiere SRL che svolse ricerche nel 1951 nella zona di Ruata. Il rag. Fea, al fine di aumentare le ricerche e ricavare qualche contributo economico e tecnico, si rivolse nel 1956 al sig. Felice Parolaro di Sondrio, a cui estese il permesso di ricerca. Questa collaborazione, nel 1957, si trasformoĢ in societaĢ per azioni, e grazie ad essa, la zona di ricerca fu ampliata fino alla zona Piccere Ciargiur, dando origine, nel 1959 alla miniera di Garida, vera e propria.
LA CHIUSURA
Questa miniera rimase attiva fino al 1968, quando chiuse perchĆ© il talco estratto era insufficiente per compensare i costosi lavori di estrazione. L’ultimo capitolo della storia della miniera di Garida comincia nel 1994, quando la ditta Lavori Minerari Rossi ottiene il permesso di escavazione, e affiancata dall’Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Minerarie (ACTM), avvia il progetto di rendere la miniera in tutto e per tutto funzionante, ma anche visitabile da chi lo desideri, progetto che eĢ ancora in svolgimento. In occasione della Giornate FAI dāAutunno 2019 il Gruppo FAI ValsangoneĀ ha dunque scelto di proporre laĀ visita alla miniera. E lāaffluenza di un pubblico interessato ed entusiasta ha testimoniato il successo dellāiniziativa.