Collegno ha ricordato il primo re d’Italia nel bicentenario della sua nascita

Collegno Re d'Italia

COLLEGNO – Collegno ha ricordato il primo re d’Italia nel bicentenario della sua nascita. Il 14 marzo 1820 nasceva a Palazzo Carignano il primo re d’Italia. Vittorio Emanuele II. Per ricordare colui che ha unito il nostro Paese, a Collegno sono stati organizzati una serie di eventi. Si sono svolti domenica 4 ottobre. Hanno avuto come cornice la Certosa Reale ed il castello dei baroni Guidobono Cavalchini. Ospite d’onore è stata la principessa Maria Pia di Savoia. Primogenita di re Umberto II e della regina Maria Josè. Era accompagnata dal figlio Sergio di Jugoslavia. Le commemorazioni sono iniziate alle ore 15,30 nella certosa. Splendido edificio commissionato nel 1641 dalla madama reale Cristina di Francia.

LA CERTOSA

Il complesso nel 1855 venne trasformato in ospedale psichiatrico. Fa parte della struttura la Chiesa della Santissima Annunziata. Qui sono sepolti dieci cavalieri dell’ordine più elevato di Casa Savoia. Ed è proprio al sacello dei cavalieri dell’Ordine della Santissima Annunziata che è stata deposta una corona d’alloro. Il monumento è stato restaurato grazie all’Associazione Internazionale Regina Elena Onlus. Erano presenti le altezze reali, il barone Guglielmo Guidobono Cavalchini e il sindaco della città.

LA MOSTRA SUL RE AL CASTELLO DI COLLEGNO

Gli eventi sono proseguiti al Castello di Collegno, splendido edificio risalente al XII secolo. Fatto costruire dal beato Umberto III, antenato di Vittorio Emanuele II, è appartenuto ai Savoia-Acaia ed ai Provana. Venne poi ereditato dai baroni Guidobono Cavalchini. Questi ultimi sono gli attuali proprietari del maniero. Domenica 4 ottobre era la Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane. L’edificio è stato quindi aperto al pubblico, riscuotendo un grande successo. Le numerosissime persone accorse hanno potuto visitare la mostra dedicata al “Padre della Patria”. Allestita nelle magnifiche stanze del pianterreno, è stata organizzata dal Coordinamento Sabaudo. Ha permesso al pubblico di scoprire magnifiche foto e documenti sul re che ha unito l’Italia e sulla famiglia reale in quell’epoca.

L’EVENTO

Tre gruppi folcloristici hanno allietato i presenti, ricreando l’atmosfera risorgimentale. L’Associazione Culturale San Lorenzo, il Gruppo Storico Contea di Collegno e il Gruppo Storico Principi dal Pozzo della Cisterna. Tre figuranti hanno impersonato i personaggi centrali. Vittorio Emanuele II, la regina Maria Adelaide e Rosa Vercellana. Alle ore 16,30, nelle serre del castello, si è tenuta la conferenza sul “Re Galantuomo”. Organizzata dal Coordinamento Sabaudo e dell’Associazione Internazionale Regina Elena.

COORDINAMENTO SABAUDO E L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE REGINA ELENA

Coordinamento Sabaudo è stato fondato nel 2006. Presieduto da Maura Aimar, raggruppa le maggiori associazioni francesi, italiane e svizzere legate alla storia sabauda e alla tutela del patrimonio. Quest’anno, insieme al Centro Studi Vittorio Emanuele II, ha organizzato quattro mostre dedicate al primo re d’Italia. Nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, a Valdieri, a Chambéry e al Castello di Collegno. L’Associazione Internazionale Regina Elena nasce in Francia nel 1985. Presente in 56 Paesi, svolge attività di carattere spirituale, caritatevole e culturale. Si ispira alla regina Elena, che ha ricevuto la Rosa d’oro della Cristianità da Papa Pio XI. È presieduta a livello internazionale dal principe Sergio di Jugoslavia. In Italia ha assunto la denominazione di Associazione Internazionale Regina Elena Onlus. E’ presieduta da Ilario Bortolan.

LA CONFERENZA SUL SOVRANO

L’evento è stato aperto con i saluti istituzionali del sindaco di Collegno e del barone Guglielmo Guidobono Cavalchini. Il nobile ha ricordato il forte legame del suo castello con i Savoia. L’edificio nel 1928 ha ricevuto la visita del futuro re Umberto II. Ilario Bortolan ha letto il messaggio inviato dal capo della casa reale. Il principe Vittorio Emanuele di Savoia. Sono seguiti il discorso di Pierangelo Calvo, delegato alle mostre di Coordinamento Sabaudo. Ed il ringraziamento di Milo Ferrua, vice presidente del Centro Studi Vittorio Emanuele II.

I PARTECIPANTI

Ha preso quindi la parola Maura Aimar, presidente di Coordinamento Sabaudo. L’illustre storica ed esperta di casa Savoia ha intrattenuto i presenti raccontando vicende e aneddoti sul grande sovrano. Vittorio Emanuele parlava molto bene il dialetto piemontese e amava la natura. La sua opera di unire l’Italia è stata immane e straordinaria. Purtroppo oggi è poco ricordata. Alla conferenza hanno presenziato i baroni insieme alle altezze reali ed illustri personalità. Tra queste i sindaci di Collegno, Volpiano e Robella d’Asti. Il console generale di Thailandia, il console di Romania, il direttore del Museo Pietro Micca e lo scrittore Dino Ramella.

VITTORIO EMANUELE II

Nato il 14 marzo 1820 al Palazzo dei Principi di Carignano, era il primogenito di re Carlo Alberto, il sovrano al quale dobbiamo lo Statuto Albertino e di Maria Teresa di Toscana. Nel 1831 Carlo Alberto, primo sovrano del ramo “Carignano”, sale al Trono succedendo al cugino Carlo Felice. Questo era morto senza eredi. Vittorio Emanuele sposa nel 1842 la cugina di primo grado Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena. Da lei avrà otto figli. Tre di questi porteranno la corona. Umberto sarà re d’Italia, Amedeo sarà re di Spagna e Maria Pia diventerà regina consorte del Portogallo. La sua primogenita Maria Clotilde, per le sue opere benefiche, è ricordata come la “santa di Moncalieri”. Il “re galantuomo” sale al trono il 24 marzo 1849 in seguito all’abdicazione del padre. È passato alla storia il suo incontro con Giuseppe Garibaldi a Teano il 26 ottobre 1860.

IL REGNO D’ITALIA

Al monarca viene riconosciuta la sovranità su tutti i territori dell’ex Regno delle Due Sicilie. Il 17 marzo 1861 il parlamento, riunito a Palazzo Carignano, proclama la nascita del Regno d’Italia. Rimasto vedovo, Vittorio Emanuele sposa l’amore della sua vita. Rosa Vercellana, detta la “Bela Rosin”. La coppia aveva già due figli. Vittoria ed Emanuele Alberto. Quest’ultimo è l’antenato degli attuali conti di Trana. Il “Padre della Patria” si spegne il 9 gennaio 1878. Nonostante avesse chiesto di venire seppellito a Superga, la sua salma riposa al Pantheon.

Testo di Andrea Carnino

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