Cartolina da Claviere: nel 1975 un accordo definitivo che porta il paese definitivamente in Italia

CLAVIERE – Sul giornale della Città Metropolitana di Torino questa settimana c’è una cartolina da Claviere. Scrivono da Torino. “Il saluto che oggi vi portiamo da Claviere potrebbe essere in almeno due lingue diverse, dunque tenete a portata di mano i dizionari. La natura italo-francese di questo caratteristico paesino di 210 abitanti, allocato in Valsusa in corrispondenza della linea di confine, lo portò dai tempi di Napoleone ad essere protagonista di ripartizioni che ne scindevano il cuore tra Francia e il bel paese. Solo nel 1975 si arriverà a un accordo definitivo che porterà Claviere ad essere completamente un comune italiano”.

AL COLLE

“Non possiamo che esserne lieti: tra i suoi impianti sciistici immersi nella natura e il ponte tibetano più lungo al mondo, si tratta di una perla da non potersi perdere. Fece tappa nel 1799 anche il Pontefice Pio VI, per visitare la suggestiva cappella di San Gervasio. Inoltre segnaliamo Claviere come perfetta destinazione per gli appassionati di mountain bike, in quanto il paese ospita molteplici percorsi di diverse difficoltà che permettono di godere dei paesaggi delle località adiacenti. Per i più temerari, è possibile anche inerpicarsi sul colle del Monginevro per visitare i panorami affascinanti che offre il nostro vicino francese, come il Lago dei 7 colori. À bientôt!“.

LO SCI

Anche nell’800, nonostante la strada napoleonica costruita sulle pendici del monte Chaberton, l’inverno era un periodo di solitudine per lo sperduto villaggio di Claviere ma già si avvicinava una stagione più allegra e movimentata: la stagione del grande sci alpino, anzi dello “ski”. Dopo tanti anni di vita sciistica, si è potuto constatare che la conca di Claviéres e dintorni rappresentano la zona più nevosa delle nostre valli piemontesi, in modo da permettere una lunga stagione invernale che può iniziarsi in ottobre e terminare in aprile. Il nuovo attrezzo che consentiva di “sci-volare” sulla neve era destinato a suscitare l’attenzione delle autorità militari, che dovevano risolvere il problema del movimento delle truppe e la difesa dei 1900 Km di frontiera alpina. Il III Alpini di stanza a Bousson, nel 1901 fu impegnato in un corso regolare di addestramento sulle nevi di Cesana e di Claviere.

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