SUSA – Cambia l’ora: domenica 25 ottobre torna l’ora solare e le lancette si spostano indietro di un’ora. Cambia l’ora. Con l’arrivo dell’ultima domenica di marzo torna anche l’appuntamento con le lancette dell’orologio. Come accade ormai dal 1916, infatti questo è il periodo dell’anno in cui siamo chiamati a spostare l’orologio avanti di un’ora sul fuso dell’ora solare. L’ora legale quest’anno durerà dal 29 marzo fino al 25 ottobre. Domenica notte, alle ore 2, nella maggior parte dei paesi europei gli orologi verranno spostati alle ore 3. Nella notte dunque faremo una sorta di viaggio avanti nel tempo, spostando le lancette dell’orologio dalle 2 alle 3.
L’ITALIA HA DETTO NO
L’Italia ha detto no all’abolizione dell’ora legale. Questo significa che manterremo il cambio orario due volte l’anno, a fine ottobre e a fine marzo. Il governo italiano infatti ha depositato a Bruxelles una richiesta formale di mantenimento della situazione attuale. Nel 2018 il Parlamento Europeo si era espresso a favore della fine del passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa. È seguita una consultazione pubblica nel 2018, nella quale i cittadini degli Stati membri avevano votato a grande maggioranza per l’abolizione del cambio d’ora. Lo scorso marzo il Parlamento Europeo ha approvato una legge che lascia nelle mani dei singoli stati membri la decisione se adottare l’ora legale tutto l’anno. I singoli paesi poi sono stati invitati a decidere entro aprile 2021, se mantenere o meno ora solare e legale. E l’Italia ha detto no.
PERCHE’ L’ITALIA HA DETTO NO
I motivi per cui il nostro Paese ha deciso di non abolire il cambio d’ora e di non appoggiare l’abolizione del cambio orario sono i seguenti. In primo luogo si è evidenziata la mancanza di una visione chiara su vantaggi e svantaggi del cambio orario. Non ci sarebbero infatti prove scientifiche che i due cambi di fuso orario portino danni all’equilibrio psicofisico. Per cui si preferisce lasciare la situazione invariata. La seconda motivazione è di carattere economico. L’ora legale permette infatti un bel risparmio di energia elettrica, pari a 100 milioni di euro l’anno. La terza ragione è che l’Italia teme che il cambio dell’ora possa creare confusione e squilibri nel funzionamento del mercato europeo a causa di differenti fusi orari. Al momento si suppone che i Paesi meridionali terranno l’ora legale, mentre quelli settentrionali quella solare. Ora si attendono le decisioni di tutti gli stati.
UN PO’ DI STORIA
In Italia l’ora legale nacque come misura di guerra nel 1916 e rimase in uso fino al 1920. Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale. La creazione della Repubblica Sociale comportò per due anni la sfasatura dell’applicazione dell’ora legale fra il nord e il sud del paese. L’ora legale venne adottata definitivamente nel 1965. L’ora legale, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980, anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile. Poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell’Europa quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre. Nel 2010 l’Italia, recependo una direttiva del Parlamento europeo, fissò l’inizio dell’ora legale alle ore 2 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3 del mattino dell’ultima domenica di ottobre. Pratica comunque già svolta in Italia fin dal 1996.
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