ALMESEĀ – Non sappiamo cosa passĆ² per la mente di Enrico Piaggio quando, quel 24 marzo del 1946, presentĆ² a Torino alla Mostra della Meccanica e Metallurgia quello strano oggetto chiamato Vespa. Uscito dalla penna dellāingegnere aeronautico Corradino DāAscanio. Un abruzzese coriaceo, volitivo, con indubbie capacitĆ visionarie. Possiamo ragionevolmente supporre che sicuramente ebbe un ātuffo al cuoreā alle prime reazioni piacevolmente stupite di chi vide quellāoggetto. Strano ma stuzzichevole, semplice ma funzionale, originale e non banale. Semplicemente āpossibileā, oggettivamente innovativo. Sarebbe diventato lāicona del Made in Italy ed un simbolo del riscatto di una nazione che aveva fretta di chiudere i conti con un triste passato e di intraprendere la via di quello che allāepoca sarebbe stato un radioso avvenire. Vespa fu!
LA VESPA
E Piaggio fu lesto a depositare il brevetto dellāoggetto allāufficio del Ministero dellāIndustria e del Commercio di Firenze il 23 aprile 1946. Era concernente una āmotocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofani ricoprenti tutta la parte meccanica.ā E che nome dare a questa motoretta? NarraĀ la leggenda ā ma forse ĆØ storia- che il nome āVespaā sarebbe nato per caso da unāesclamazione dello stesso Enrico Piaggio quando vide il prototipo realizzato da Corradino DāAscanio. Per via di quella forma e del suono del motore. āSembra una vespa!ā avrebbe esclamato Piaggio. Nomen omen! La Vespa prese il volo in quella primavera del 1946 che, forse seguendo lāincipt benaugurante del film di Frank Capra ā La vita ĆØ meravigliosaā, lāavrebbe meravigliosamente portata sulle strade dāItalia e del mondo fino a farla diventare unāicona.
UN’EPOCA
DiventĆ² il simbolo di un epoca. Di quel saper fare italiano che davvero non ha eguali al mondo. Nel 1953 portĆ² a spasso in āVacanze Romaneā la femme fatale Audrey Hepburn con lāaffascinante Gregory Peck. Nel 1956 festeggiĆ² presso lo stabilimento di Pontedera il milionesimo pezzo prodotto. Quanti battiti dāali, Vespa! Ed insieme a lei altre icone del Made in Italy, i centauri della Gilera, della Benelli, la mitica Moto Guzzi e tutti gli altri marchi dellāetĆ dellāottimismo. EtĆ che fu figlia di unāepoca, fatta da imprenditori veri, i vari Piaggio, i primi Agnelli, Olivetti, Pirelli. Quelli che amavano un paese pur sempre complesso qual ĆØ lāItalia ma che seppero realizzare qui i loro sogni imprenditoriali. Gli uomini che fecero grande il nostro paese. Vespa fu uno di questi sogni. E non fu solo una motoretta, perchĆ© se cosƬ fosse stato, oggi non avrebbe 75 anni. Vespa ĆØ stata un fenomeno economico che permise di aprire concessionarie di una certa importanza anche da noi.
IN VALSUSA
Basta ricordare la ditta di Oscar Canal ad Avigliana o la ditta Coletta di Susa. Ć stata ed ĆØ un fenomeno sociale e culturale che ha attraversato la mobilitĆ delle generazioni. Capace di rinnovarsi e rigenerarsi in continuazione, che ha dato vita a centinaia di Vespa Club (tra cui il valsusino Lo Sciame) sparsi su tutto il pianeta. Vespa ha saputo inventare campagne pubblicitarie che hanno fatto epoca. Slogan come. āLoro sardomobili. Io Vespaā āLe sardomobili urlano a clacson. Sussurra chi Vespaā o āChi Vespa mangia la melaā hanno segnato le epoche. Come i viaggi ai limiti del possibile che Vespa ha percorso sulle strade piĆ¹ incredibili del mondo raccontate in tanti libri. Vespa ĆØ stata ed ĆØ. Settantacinque anni sempre in sella. Buon compleanno, Vespa!
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