Bardonecchia ospiterà il ventennale dell’Associazione Carabinieri Alta Valle

BARDONECCHIA – “Sei secoli fedeli” così recita il motto dell’Arma. Domenica 12 giugno a Bardonecchia si svolgerà la cerimonia per il ventennale dalla fondazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri della Sezione Alta Valsusa. Il programma prevede il ritrovo alle ore 10,30 presso la Chiesa Parrocchiale di S. Ippolito, la S.Messa officiata da S.E.R. il Vescovo di Susa Mons. Alfonso Badini Confalonieri, la deposizione corona di alloro al monumento dei Caduti in Viale della Rimembranza e al termine il pranzo sociale presso il Ristorante Sommeiller di Bardonecchia. Nel corso del pranzo saranno consegnate le targhe ai soci.

LA STORIA – L’istituzione dell’Arma avvenne nel  1814 per volontà di re Carlo Alberto. Da allora i Carabinieri hanno sempre servito la patria, con coraggio e devozione, spesso al prezzo della vita, sia in guerra che in pace, con compiti di pubblica sicurezza e lotta alla malavita. Era il 30 aprile 1848. Il Regno Sabaudo muoveva contro l’Impero Austro-ungarico, nel tentativo di riscattare l’Italia Settentrionale. L’esercito piemontese si era allora spinto nei pressi di Pastrengo, controllata da un forte contingente nemico. Carlo Alberto, che seguiva le operazioni in prima linea, fu improvvisamente fatto oggetto da scariche di fucileria austriaca e, sguainata la spada, si gettò alla carica del nemico. Il maggiore Alessandro Negri di Sanfront, che comandava gli squadroni di carabinieri addetti alla protezione del sovrano, nel vederlo in pericolo, ordinò la carica. I tre squadroni di Carabinieri Reali travolsero le linee nemiche e, seguiti dall’assalto della Brigata Cuneo, cacciarono gli austriaci da Pastrengo. Poci lo ricordano ma i Carabinieri erano accanto ai Bersaglieri durante la Breccia di Porta Pia.

L’ITALIA UNITA– Degli anni prima non va poi dimenticato il loro solerte impegno nella lotta al brigantaggio, in Sardegna, Sicilia, Italia Meridionale e Maremma Toscana, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Arrivando poi agli anni recenti, alla lotta spietata contro il terrorismo e la mafia, che tanti lutti è costata all’Arma dei Carabinieri.

PRIMA GUERRA– I Carabinieri furono protagonisti di atti di valore e sacrificio, quanto tragicamente inutile, quali l’assalto alla quota 240 del Monte Podgora del 19 luglio 1915 ed il mantenimento della posizione in inferiorità numerica ed in condizioni igienico-sanitarie precarie. I Carabinieri anche furono i primi ad entrare a Gorizia liberata, il 9 agosto 1916.

SECONDA GUERRA – Ultimi a difendere il valico di Culquaber, in Eritrea, fino all’ultimo uomo, all’arma bianca, contro soverchianti forze britanniche, nel novembre 1941. E di eccezionali episodi di guerra compiuti da questi eroi in divisa si potrebbe citarne mille e mille ancora. Arrivò l’8 settembre 1943 e l’armistizio con gli Alleati a cui seguirono momenti di grande confusione, di quei giorni va ricordato che ricordata la deportazione del 7 ottobre 1943 di circa 2500 Carabinieri stanziati a Roma che, senza ordini ed abbandonati a sé stessi, non sapevano cosa fare. A Cefalonia la Divisione Acqui fu quasi annientata, le sei divisioni destinate alla difesa di Roma si dissolsero e gli unici a mantenere le loro posizioni furono il Battaglione Allievi Carabinieri ed i Granatieri di Sardegna.

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