Bardonecchia: la “Ucraina: grammatica dell’inferno” di Filippo Poletti ha stupito al Palazzo delle Feste

Filippo Poletti

BARDONECCHIA – Bardonecchia: la “Ucraina: grammatica dell’inferno” di Filippo Poletti ha stupito al Palazzo delle Feste.

di CHIARA TAMAGNO

A BARDONECCHIA FILIPPO POLETTI PRESENTA GRAMMATICA DELL’INFERNO STORIE DI VITA E DI SPERANZA DELLE DONNE UCRAINE IN ITALIA

Nell’ambito delle iniziative d’estate a Bardonecchia si è dato spazio alla questione ucraina, con la presentazione del libro Grammatica dell’inferno. La prima fase, per non dimenticare, alla presenza dell’autore Filippo Poletti, noto giornalista indipendente e top influencer su LinkedIn. L’evento si è svolto sabato 12 agosto h 17,30 al Palazzo delle Feste e ha riscosso una nutrita partecipazione di pubblico, interessato ad approfondire la realtà della guerra ucraina e soprattutto delle sue conseguenze sulla popolazione civile. Singolare e interessante l’approccio scelto da Filippo Poletti per il suo libro, che va oltre il racconto dal fronte della guerra per dare voce ai profughi, che abbiamo accolto in Italia e che non vogliono spegnere i propri sogni. Li ha visti radunati, un giorno a Milano, mentre manifestavano davanti al consolato ucraino ed è rimasto folgorato dall’iniziativa di una bambina, che distribuiva volantini su cui aveva scritto che i suoi nonni in Ucraina vedevano dalla finestra i carri armati.

LA BUONA NOTIZIA

Il giornalista ha continuato ad ascoltare, grazie a un interprete, le storie di circa 50 donne e bambini e ha pensato di farne “buona notizia” scrivendo un libro pieno di vita. Come la storia luminosa e tenace di Vlada, fuggita a 18 anni dall’Ucraina che, grazie alla sua determinazione, entrata all’Accademia di balletto di Milano, e dichiara orgogliosa: “Voglio diventare una ballerina famosa e non lascerò che questa guerra spezzi i miei sogni.” Per capire l’ “inferno” ci vuole conoscenza delle sue forme e della sua “sintassi”: di qui il titolo del libro Grammatica dell’inferno, ossimorico nei termini, ma non nel pensiero di chi vuole cercare di capire con lucidità. Durante l’incontro l’autore utilizza oggetti simbolici per trasmettere la sintesi della propria visione su questa tragedia che tutti ci coinvolge: una chiave, un cucchiaino, un paio di occhiali da sole.

IL COMMENTO

La chiave – spiega – apre l’accesso al sistema di valori irrinunciabili per la gente che continua a resistere e a difendere la propria dignità; il cucchiaino, che serve a mescolare, richiama il darsi da fare, muoversi, girare…; gli occhiali da sole ricordano che, nonostante tutto, citando il regista David Lynch, il futuro è molto luminoso, tanto da restarne abbagliati.” La presentazione al Palazzo delle feste è arricchita dalla lettura di estratti del libro, testimonianze toccanti, alcune poetiche, accompagnate da brani di musica classica, dove anche le storie personali di Bach e di Debussy sono collegate da Poletti ai racconti di impegno e resilienza dei protagonisti del libro. Particolarmente vivaci gli interventi del pubblico: difficile capire la guerra tra Russia e Ucraina, complesse lecause remote e prossime, discutibili e divisive le scelte politiche per l’invio di armi. Filippo Poletti , pur riconoscendosi nettamente nelle posizioni dell’Occidente, preferisce non dilungarsi sulle macro questioni per dare più spazio alle voci dei suoi protagonisti: donne e bambini, feriti ma ancora capaci di sognare.

Testimonianze nitide che, nella loro essenzialità, possono illuminare ogni vita in difficoltà e che interpellano le nostre coscienze di cittadini. A loro e per loro è rivolta tutta l’attenzione: leggere le loro storie vuol dire partecipare alla diffusione di ciò che inferno non è (titolo di un libro di Alessandro D’Avenia) e sostenere concretamente le loro speranze. Tutti i proventi delle vendite di Grammatica dell’inferno sono infatti devoluti al sostegno dei profughi dell’Ucraina.

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