Alla scoperta delle prime industrie a Sant’Antonino di Susa tra Ottocento e Novecento

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SANT’ANTONINO – Alla scoperta delle prime industrie a Sant’Antonino di Susa tra Ottocento e Novecento.

LE ANTICHE INDUSTRIE DI SANT’ANTONINO

Il professor Piero Del Vecchio, giovedì 7 settembre, propone presso la Farmacia dei saperi la conferenza dal titolo “Le prime industrie a Sant’Antonino di Susa tra Ottocento e Novecento”. Spiega Del Vecchio. “Tre sono le industrie che si collocano a Sant’Antonino tra il 1872 e il 1880: il setificio di Eugenio Gaudin, la fabbrica di posate di Domenico Gilli, la fabbrica di posate di Francesco Bernard e Pietro Long. Tutte e tre le attività produttive trarranno energia motrice dal Canale Cantarana e sfrutteranno la manodopera locale, in particolare femminile e minorile. In due di queste sedi le attività produttive si susseguiranno per oltre un secolo. Tutto (o quasi) nasce dal Canale Cantarana già rappresentato in una carta in misura della Valle di Susa  del 1764. Poi eccolo nel primo Piano Regolatore, (1839) che controllava l’utilizzo ai fini industriali e di irrigazione delle acque della Dora tra Borgone e Torino con il Consorzio Bealera di Cantarana“.

IL CANALE

Della costruzione del Canale Cantarana si ha traccia documentale a partire dal 1552 ma la sua origine potrebbe già collocarsi nel XI-XII secolo. Per la sua realizzazione è stato necessario un lungo lavoro di sbancamento delle pareti rocciose per una lunghezza di circa due chilometri e poi la costruzione del canale vero e proprio che riceve le acque dalla Dora Riparia al confine con il Comune di Villar Focchiardo, attraversa i Comuni di Vaie e Sant’Ambrogio con un percorso di circa 10 km sul quale saranno collocate 16 «ruote meccaniche» e dunque 16 «opifici». Accanto al mulino, dismesso (parzialmente) a metà del settimo decennio dell’Ottocento e certamente attivo nel XVI secolo, vi era un’officina per la lavorazione del ferro che nei momenti di maggior fortuna impiegò una decina di operai. Ricognizione dei beni fondiari della Comunità di Sant’Antonino al suo parroco e feudatario Giovanni Calcagno 1552.

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