30 anni fa Susa diceva addio agli Alpini

Alpini Susa

SUSA – 30 anni fa Susa diceva addio agli Alpini. La giornata di sabato 23 marzo 1991 resterà per sempre nella memoria di Susa. Quel giorno, la città dove la Marchesa Adelaide accolse il suo sposo Oddone di Savoia, dando così il via al lungo cammino che portò all’Unità d’Italia 160 anni fa, diceva addio agli Alpini. Il Gruppo di Artiglieria da Montagna “Pinerolo”, costituito nel Marzo del 1926 e presente a Susa dal maggio 1952, veniva definitivamente sciolto. I 400 militari rimasti furono assegnati al battaglione Aosta con sede a Fossano. La gloriosa Bandiera del 4° Reggimento Artiglieria da Montagna decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare venne invece inviata al Museo delle Bandiere al Sacrario del Vittoriano in Roma. Quando furono fondati gli Alpini nel 1872 Susa fu una delle prime sedi, insieme a Oulx. Poi quando se ne andarono da Susa, rimase invece nella caserma di Oulx la 34° Compagnia.

LA TRADIZIONE MILITARE DI SUSA

Susa è entrata a far parte del dominio dei Savoia nel 1046 con le nozze tra la Marchesa Adelaide e Oddone di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano, il fondatore della dinastia. Per la sua posizione strategica, è sempre stata un centro militare di grande importanza. Va infatti ricordato che l’alta valle della Dora, il Colle del Monginevro, Bardonecchia e Pragelato furono prima dei Delfini di Vienne, discendenti dai Signori di Albon e dal 1349 del Regno di Francia. Diventarono dei Savoia soltanto nel 1713 con il Trattato di Utrecht. La città è sempre stata legata alle truppe alpine. Dal 1872 era stata sede della 7ª compagnia delle quindici previste, poi nel 1875 aveva ospitato il 3º battaglione, e nel 1878 anche il 5°. Infine, nel 1880, era diventata la casa dei battaglioni Val Dora e Moncenisio.

IL VUOTO LASCIATO DAGLI ALPINI

Con la partenza degli Alpini, iniziò un lungo periodo di decadenza per le loro due caserme. L’“Antonino Cascino”, sul Colle della Brunetta, e la “Clemente Henry”, in Piazza della Repubblica. Nella prima ha trovato posto la sede del Distaccamento dei Vigili del Fuoco segusini. È però rimasta da recuperare l’altra metà. Dopo essere servita ad ospitare i profughi albanesi, si era pensato di realizzare un ostello, ma il progetto non è andato in porto. La seconda è in parte occupata dalla Guardia di Finanza e la Telt, società promotrice della linea Torino- Lione, non ha abbandonato il progetto di creare un museo sull’opera.

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