Susa: alla festa dell’Associazione Marinai d’Italia del Gruppo Valle Susa l’ammiraglio Giuseppe Telmon

SUSA – Oggi a Susa, presso il monumento alla Marina, il Gruppo Valle Susa Enea Picchio, s’è ritrovato per l’annuale incontro associativo dei marinai. Ad organizzare il presidente Antonio Laganà con il gruppo, presenti l’ammiraglio Giuseppe Telmon, il sindaco Piero Genovese e l’assessore Giuliano Pellissero. Una bella domenica di sole ha accompagnato i soci del connubio militare, scortato dalle altre associazioni d’arma per una riunione tanto voluta e rimandata per mesi a causa dell’epidemia Covid. Nel gruppo due storici presidenti del Gruppo Rocco Ritorto e Cesare Olivero Pistoletto. Un’abbraccio tra montagne e mare che ancora una volta si rappresentato al centro della piazza militare segusina dove poggia il monumento voluto dall’associazione che compirà a breve quarant’anni.

CHI ERA PICCHIO?

Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria, comandante di silurante, eseguiva numerose e rischiose missioni di guerra in acque fortemente controllate da aerei e sommergibili avversari, distinguendosi particolarmente in lunga, difficile e contrastata orazione di rimorchio e di trasporto combustibile ad un porto avanzato d’oltremare. Nella sua ultima missione di scorta, irrimediabilmente colpita l’unità da offesa subacquea ed in condizioni atmosferiche avverse, si preoccupava della salvezza del suo equipaggio dando con calma e serenità le disposizioni del caso. Benché sollecitato dai suoi dipendenti, rifiutava di portarsi in salvo e, irrigidito nella posizione di “saluto alla bandiera”, si inabissava con la sua nave, lasciando ai posteri luminoso esempio di eroica abnegazione e di sublime attaccamento al dovere nel Canale di Sicilia il 3 febbraio del 1943.

IN MARE

Enea Picchio nacque a Oleggio il 21 settembre 1906. Nel 1928, al termine dei regolari corsi dell’Accademia Navale di Livorno, conseguì la nomina a Guardiamarina, nel 1929 la promozione a Sottotenente di Vascello e nel 1933 quella a Tenente di Vascello. Ebbe varie destinazioni d’imbarco ed incarichi presso Comandi a terra e all’atto della dichiarazione di guerra dell’Italia del 10 giugno 1940 si trovava al comando della torpediniera Andromeda, con la quale svolse numerose missioni di scorta convogli. Promosso Capitano di Corvetta nell’aprile 1942, passò al comando del cacciatorpediniere Saetta. Incappò contro una mina, che spezzò l’unità in due tronconi che affondarono in meno di un minuto. Il comandante Picchio, rifiutando di porsi in salvo, si inabissò con l’unità al suo comando.

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