SUSA, AL FERRARI PRESENTATO IL DOCUMENTARIO “I RAGAZZI DELLE SCORTE”
SUSA – L’Istituto Enzo Ferrari ha presentato per la prima volta in Val Susa, una produzione Rai “I Ragazzi delle scorte”, venerdì 31 gennaio, presso il teatro, in prima proiezione alle 12 e seconda proiezione alle 17. L’evento ha coinvolto gli studenti, i docenti con la dirigente Anna Giaccone, insieme alle forze dell’ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia). Ospite d’onore l’assistente capo della Polizia, Emanuele Filiberto, caposcorta del giudice Paolo Borsellino.

IL FILMATO
Spiega Giancarlo Sibille: “Il filmato racconta la storia degli otto agenti di polizia che morirono insieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo negli attentati mafiosi di del 1992, mettendoli al centro della narrazione in un ritratto intimo e capace di restituire un’immagine inedita della loro quotidianità, fatta di dedizione verso lo Stato e amore per le loro famiglie. Nel 1992, anno delle brutali stragi di mafia: a Capaci insieme a Giovanni Falcone persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della sua scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani ed Antonio Montinaro; nella strage di via D’Amelio furono cinque i poliziotti della scorta a morire al fianco di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi”.
LA SUA STORIA
Ultima dei tre figli di un dipendente delle Ferrovie, nata a Cagliari, cresciuta nella cittadina di Sestu, a una decina di chilometri dal capoluogo, dilaniata a 24 anni dall’esplosione di un’autobomba a Palermo, Emanuela Loi è stata la prima poliziotta italiana uccisa in servizio. Ad accompagnare il teleIspettatore in un viaggio nei sogni, nel senso del dovere della ragazza sarda di 24 anni, è stata Claudia Loi, la sorella, che ha raccontato il loro rapporto di condivisione totale della vita. Viene poi raccontata la frequentazione del corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste e l’incontro con Emanuele Filiberto, anche lui allievo agente, al quale la univa un rapporto di grande amicizia. Il docu-film continua con le emozioni di Emanuela, le preoccupazioni della sua famiglia per una “missione” che la porterà lontano dalla sua terra d’origine, passando per il suo primo servizio a tutela del giudice Borsellino, fino al giorno della strage.
IL DOCUFILM
Il docufilm ha l’obiettivo di portare alla luce modelli valoriali propri della Polizia di Stato, sensibilizzando il pubblico, in particolare i più giovani, sul tema della memoria e della cultura della legalità. Nel commentare il cortometraggio, l’assistente capo della Polizia, Emanuele Filiberto, si commuove. Lui era il caposcorta del magistrato Borsellino, ma in quel mese di luglio era in malattia per un’operazione, “ma volevo rientrare al più presto”. Dal 1990 nel servizio scorte, ancora oggi tutela le persone più a rischio. E tutti i giorni passa per via D’Amelio, dove l’ulivo piantato dalla famiglia Borsellino, si riempie continuamente di foto, lettere, disegni. “Per noi è un luogo sacro”.

DALLA SCUOLA
Il dirigente scolastico Anna Giaccone ha poi consegnato un attestato di ringraziamento ad Emanuele Filiberto con la seguente motivazione “A chi si avvicinò a me la sera del 19 gennaio 2018 nel magnifico teatro di Santa Cecilia a Palermo, teatro di quartiere, teatro della Kalsa, luogo natio di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. A chi da quel 2018 è sempre stato presente con i ragazzi di Susa nelle loro numerose visite a Palermo. Ad un uomo forte, onesto e giusto. Ad un Poliziotto di cui il nostro Paese deve andare fiero per i valori che trasmette, per l’energia del ricordo, per la determinazione a mai e poi mai dimenticare. Ad una divisa uguale a quelle macchiate di sangue e brandelli di vita- Grazie Emanuele per essere qui tra noi oggi. Grazie per voler incontrare i giovani e indicare loro la strada della luce e della rettitudine. Grazie per tramite tuo ad Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Paolo Borsellino. Questa scuola è casa loro”. A conclusione dell’evento la deposizione della simbolica Toga nella “Baita di Paolo”.