TORINO – Stop agli Euro 5, il capogruppo FdI Paolo Bongioanni: “Basta con leggi assurde e divieti āgretiniā, FdI contraria, abbiamo bisogno dell’intervento del Governo Meloni”.
STOP AGLI EURO 5 IN PIEMONTE
“Lo stop agli Euro 5 solo in Piemonte ĆØ una follia. Basta con leggi assurde e divieti āgretiniā. Ancora una volta cercano di farci subire il delirio di un ambientalismo integralista dettato da qualche eurocrate dietro una scrivania a BruxellesĀ». Il capogruppo di Fratelli dāItalia in Consiglio regionale del Piemonte Paolo Bongioanni commenta cosƬ la decisione ā imposta da una sentenza europea ā che anticipa dal 2025 a metĆ settembre 2023 il divieto di circolazione di auto e camion Euro 5 diesel dal lunedƬ al venerdƬ nei settantasei principali Comuni del Piemonte. “Come vice-coordinatore regionale per il Piemonte di Fratelli d’Italia ā sottolinea Bongioanni – ribadisco la nostra contrarietĆ piĆ¹ assoluta a una misura illiberale e vessatoria nei confronti di famiglie ed imprese, costrette a limitare fortemente la propria libera circolazione o ad acquistare nuovi veicoli, e confido nell’impegno del Governo per stoppare in sede europea questa imposizione sulla nostra regione“.
IL TRAFFICO
L’impegno di Bongioanni su questo fronte data non da oggi e giĆ in passato ha fatto registrare prese di posizioni contrapposte. “GiĆ tre anni fa, durante un’audizione con le associazioni ambientaliste piĆ¹ integraliste, venni tacciato di essere un negazionista, e me lo rinfacciano ancora oggi. Visti gli attuali sviluppi, posso affermare con orgoglio che me ne vanto perchĆ© sono sempre stato per la difesa dell’ambiente, ma al primo posto metto l’uomo. Lo stop agli Euro 5 solo per il Piemonte ĆØ una stupidaggine che non tiene conto della realtĆ . Forse non ricordiamo che il Piemonte si chiama cosƬ perchĆ© ĆØ abbracciato da nord, da ovest e da sud da una corona di meravigliose montagne. Il delirio ambientalista va a mettere in ginocchio aziende e famiglie: e noi non lo permetteremo!“.
LE LEGGI
C’ĆØ un problema di fondo che si ripete ad ogni occasione, ed ĆØ quello che le leggi e le linee guida della politica non possono essere scritte dietro una scrivania. Conclude Bongioanni: “A decidere non puĆ² essere ogni volta l’eurocrate da Bruxelles, quasi sempre un talebano ambientalista che non ha idea di cosa sia il territorio, della sua morfologia, delle sue dinamiche, o di cosa sa l’ economia reale o cosa voglia dire fare impresa. L’agenda politica va scritta dopo l’ascolto, il confronto costante con le imprese, con i cittadini e con le amministrazioni. Tutti vogliamo un mondo pulito: ma io non sono quello dell’orso, non sono quello del lupo e del cinghiale al primo posto! Io sto con l’uomo, con l’impresa, con la famiglia e con chi si impegna ogni giorno nel difficile compito di fare amministrazione locale per il bene comune“.
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